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ACCIAIO regia di Stefano Mordini

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amterme63     7 / 10  24/03/2013 19:44:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Se confrontato con la media generale della produzione cinematografica italiana attuale, "Acciaio" fa decisamente una bella figura. Finalmente un film senza luoghi comuni, stereotipi, sarcasmi e comicità da due lire, ma con gente comune, in carne ed ossa, con i dubbi, i problemi, le difficoltà sociali ed affettive che colpiscono più o meno la maggioranza degli Italiani di oggi.
Detto questo, bisogna però ammettere che "Acciaio" non è immune da difetti. A parte la splendida fotografia e l'importanza dei temi trattati, manca di adeguato ritmo e di approfondimento. Fin dall'inizio vengono delineati dei personaggi ben precisi (due amiche adolescenti e il giovane fratello di una delle due). Nel proseguo la mdp che indugia in un susseguirsi di brevi sceni statiche di vita quotidiana banale. A queste scene illustrative se ne inframezzano altre in cui si inquadra l'ambiente in cui vivono i personaggi (le acciaierie Lucchini di Piombino, il quartiere dormitorio di Salivoli e le spiaggie della Sterpaia).
Tutto questo si dipana in maniera lenta. La progressione e lo sviluppo interiore dei personaggi prendono perciò tempo, mettendo un po' alla prova la pazienza e l'interesse dello spettatore. Inoltre tutto questo viene visto prevalentemente dall'esterno. Purtroppo secondo me non si riesce a sentire l'interiorità dei personaggi, le loro emozioni rimangono dentro. Le capiamo ma non le sentiamo. Certo alcuni dialoghi ci illustrano le idee dei personaggi, i loro valori, alcuni loro pensieri, ma secondo me non è sufficiente, si poteva forse fare di più. Probabilmente sono io che pretendo troppo! Mordini non è Ingmar Bergman e direi che è già stato molto coraggioso nel voler mettere in immagini il romanzo "Acciaio".
Probabilmente questa reticenza, la mancanza di chiarezza ed evidenza, sono forse volute. Servono per mostrare lo smarrimento, la non-autocoscienza, la mancanza di sbocchi, valori e punti di riferimenti dei giovani di oggi; soprattutto la loro sfiducia nel futuro, visto come senza prospettive, una riproduzione invariata del presente.
Il film secondo me stilisticamente è una specie di Neorealismo rosa rivisto al presente. Neorealismo perché ci si occupa in maniera seria della difficile quotidianità di gente comune; rosa perché sul lato sociale prevale il lato sentimentale; aggiornato a oggi perché non c'è la certezza dell'amore e del valore della famiglia, anche i sentimenti appaiono degradati e insicuri. Di stile neorealista è pure il finale, non lieto anche se di vaga speranza.
Vedendo questo film mi è un po' venuto in mente "Sciuscià" di De Sica. Anche qui c'è la storia di due giovani amici che condividono dei sogni, ma che vengono separati dalle circostanze e vedono sfumare inesorabilmente i loro sogni.