teneratenebra 7½ / 10 19/12/2018 00:56:27 » Rispondi Pietra tombale dell'Horror Italiano, punto di arrivo e epilogo di un fortunato sviluppo del suo genere, durato quasi cinque decenni che creato capolavori entrati di rigore nella storia del genere.
La premessa è doverosa in quanto Soavi, discepolo del grande Argento, appartiene a quella schiera di ultimi maestri italiani in grado di tradurre i propri incubi e le proprie ossessioni in storie su pellicola.
Tratto da un romanzo di Sclavi, massacrato da buona parte della critica (accuse di nichilismo fine a se stesso) l'opera è un sofisticato divertissement che non nasconde la sua ingenuità intellettuale (il pessimismo adoloscenziale che lo pervade ne è il punto debole) ma sorprende e incanta grazie ad una vena poetica, a tratti gotica a tratti surreale, che conduce lo spettatore nel profondo dell'alienazione del protagonista, antieroe contraddittorio, romantico e cinico, tenero e spietato. Se poi questo grande ritratto del diverso, di un individuo fuori dal suo tempo, viene condito da resurrezioni di zombie, dosi di thriller & splatter, scenari lugubri bè... allora... come resistere alla seduzione di questo trip, magari ingenuo, in fondo narcisista, tuttavia sinceramente nostalgico verso un modo nostrano di raccontare le storie dell'orrore?