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JONA CHE VISSE NELLA BALENA regia di Roberto Faenza

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     7½ / 10  16/08/2006 22:54:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Forse il miglior film di Faenza (l'altro è il sottovalutato "copkiller - l'assassino di poliziotti"), non ancora esule da pretese accademiche (come di recente), racconta lo shioah con un'aderenza. un distacco, un senso della misura ammirevoli, e senza retorica: una ragione in piu' per apprezzarlo, il tema "l'orrore visto da un bambino" è solitamente facile preda di incauti moralismi e facili ammiccamenti. Non è davvero il caso di questo film, su cui svetta l'interpretazione strepitosa del piccolo "Jonah"
Harpo  09/10/2006 16:36:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
mi trovo d'accordo con il tuo commento. volevo comunque sottolineare che, a mio modestissimo avviso, Faenza non è per niente male come regista: io ho visto anche Marianna Ucrìa che, senza essere un capolavoro, è comunque un film di buona levatura. credo anche che in italia si debba incominciare a valutare con maggiore attenzione le pellicole nostrane: troppo spesso il grande pubblico (e non mi escludo) le ignora preferendo film stranieri mediocri di registi alquanto scarsi. pensa solamente che io non ho ancora potuto vedere nuovomondo, poichè il cinema dove vado non si è ancora degnato di trasmetterlo, preferendogli per la seconda (o terza) settimana consecutiva i pirati dei caraibi.
sicuramente non saremo più negli anni di Visconti e Fellini, ma per fortuna c'è gente come te che continua a ricordarsi anche del cinema italiano.
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  09/10/2006 17:42:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
A me Faenza non dispiace, anche se continuo a pensare che il suo ultimo film ("i giorni dell'abbandono") sia un disastro, ma aspetto di rivederlo a casa mia con calma, un giorno...
Non ho alcun preconcetto nei riguardi del cinema italiano, e chi siamo noi per dirlo? In genere la massa non fa altro che guardare i film americani, un'elite magari anche vasta segue il cinema orientale (giustamente) e poi ignoriamo quasi tutti il cinema francese, tedesco, spagnolo (a parte almodovar), inglese, iraniano, messicano, indiano, e via dicendo. Quindi dire che il cinema italiano è in crisi basandosi esclusivamente sul cinema a stelle e strisce come termine di paragone, mi pare assurdo.
Io adoro il cinema americano, specialmente se a farlo sono nomi come Mann o Jarmush, Carpenter o Cronenberg, qualche volta Tarantino etc. ma c'è da dire che un film come "nuovomondo" negli States sarebbe improponibile... Non credo sia nemmeno un discorso di marketing, ma di cultura sociale: l'europa è piu' introspettiva rispetto agli stati uniti da sempre.
Certo c'è anche Lynch ma è davvero un outsider. Non è in crisi il cinema italiano, pur con i suoi difetti (il provincialismo radicato, l'ambizione di raccontare senza avere i mezzi per farlo etc.) anzi per me gode anche di buona salute. Semmai in Italia è un problema di massa, è tutto appiattito dalla televisione, dalla peggior televisione, e infatti (altro alibi inaccettabile) tra i detrattori del cinema italiano c'è quel pubblico di 10 milioni di persone che guarda L'isola dei famosi o similia. Per loro il cinema italiano è un cesso, evidentemente, ma da che pulpito...
Harpo  09/10/2006 18:19:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
condivido ogni tua singola parola. senza voler offendere nessuno e cercando di evitare di fare discorsi qualunquisti, credo che in italia si sia affermata una sorta di "divinazione dell'ignoranza" e il cinema ne è un chiaro esempio. proprio come tu dici la gente preferisce guardarsi i vari "la pupa e il secchione" rispetto ai bei film e questo porta a un doppio risultato: sicuramente vi è una venerazione del mediocre (proprio come dicevo prima) e, oltretutto, viene riflessa un'immagine distorta del livello di certe trasmissioni (o pellicole) italiane. mi spiego meglio: una persona che non segue con particolare attenzione la cinematografia italiana è indotta a pensare che lo standard qualitativo sia vicino a quello mostrato in televisione o nei cinema, facendosene quindi un'idea sbagliatissima. poi, ovviamente, ci si mettono anche i proprietari dei cinema che, certi di appetitosi guadagni evitano di proiettare (almeno nelle mie zone) degli ottimi film italiani (e non), preferendo le solite boiate commerciali. Come ho già detto, il mio cinema (ma anche quelli dell'area) hanno trasmesso, tra tutti i bei film italiani che sono usciti di questi tempi, solo "Il mercante di pietre" (che oltretutto nn sono neanche riuscito ad andarlo a vedere) e proiettando minchiat.e tipo "Stormbraker" o robe simili. Ovviamente di roba che vada all'infuori dell'America (o tuttalpiù dell'Italia) non se ne vede traccia. Da quanto ne so, il cinema indiano ha una filmografia davvero enorme e io non ho visto neanche un film.
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  09/10/2006 19:13:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ti consiglio la trilogia di Apu cfr. Il lamento sul sentiero di Ray et similia. E' vecchiotto, non è facile da trovare nè facile da vedere ma vale la pena.
Conta purtroppo che di tutti i discorsi che abbiamo fatto c'è da dire che nella società di oggi vedere film italiani è poco cool
Harpo  09/10/2006 19:33:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
mi sembra che me ne avesse parlato mia sorella di quella trilogia, che a sua volta ne aveva sentito parlare in una lezione di cinematografia (o roba simile). spero di riuscire a scaricarla.

comunque (e per fortuna), io me ne fotto allegramente delle mode o delle menate varie. e poi evitare di guardare "Amarcord" perchè non è cool mi sembra semplicemente da imbecilli (con tutto il rispetto verso gli imbecilli).