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THE STORY OF FILM regia di Mark Cousins

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Invia una mail all'autore del commento agentediviaggi     9 / 10  11/01/2013 23:28:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ho avuto per regalo i quattro cofanetti di questo documentario, che avevo assaggiato al cinema romano Greenwich per un paio di episodi che mi avevano affascinato e coinvolto non poco.
Può creare qualche perplessità l'atteggiamento troppo politicamente corretto (a volte Cousins sembra più preoccupato di voler accontentare tutti i continenti, tutte le culture, tutte le minoranze linguistiche piuttosto che valutare l'influenza effettiva che film e autori hanno avuto sulla produzione successiva) ma la capacità del critico irlandese di spaziare fra mondi cinematografici così diversi tra loro, i suoi continui collegamenti e riferimenti che allacciano autori e epoche differenti, la scrittura elegante, rendono questo docufilm un ottimo saggio sul cinema.
Premesso che è impossibile parlare di tutti i grandi registi e di tutti i grandi film, rimangono senza spiegazione alcune assenze nella lunga lista di autori cinematografici selezionati; tra queste citiamo Capra, Tod Browning, Cimino, Kusturika, Kaurismaki, Amenabar, Leigh. Inoltre la presenza degli autori italiani è molto ridotta (sembra che il cinema italiano sia morto con Pasolini, il che mi sembra esagerato visto che si tratta almeno fino alla fine degli anni settanta di una delle prime scuole cinematografiche al mondo).
Ho trovato esagerato lo spazio dedicato a un film indiano degli anni 70 conosciuto solo da quelle parti (Sholay), l'attenzione al cinema di kung fu di Hong Kong o addirittura l'importanza data a un regista commerciale come Verhoeven e alle sue pellicole satiriche che dileggiano alcuni eccessi della società americana.
Splendide invece le parole (e le immagini) dedicate alle tecniche usate nel cinema di Ozu e Mizoguchi soprattutto in contrapposizione ai trucchi del cinema romantico hollywoodiano. Eccellenti anche i ritratti di Welles e Griffith (personaggio con luci e ombre), due degli autori più importanti per le innovazioni che introdussero nel montaggio. Molto interessante la parte relativa al cinema muto, soprattutto quello espressionista tedesco e quello russo, meno quella relativa al cinema mondiale degli ultimi vent'anni, con particolare riferimento a quello statunitense.
Commovente invece la scelta di dedicare la pagina finale ad Arca Russa di Sokurov, riprendendo anche il documentario su come è stato girato questo splendido film moderno, che rilancia con forza le possibilità del cinema autoriale nei decenni a venire.
Nel complesso raccomando caldamente la visione di questa summa a tutti gli appassionati cinefili di filmscoop.
Dick  24/09/2016 18:50:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"l'attenzione al cinema di kung fu di Hong Kong"

Ricordo un' attenzione non più del necessario. Comunque avrebbe dovuto farti piacere visto che ha influenzato, non solo quello di kung fu, un po il cinema americano a venire XD.

"o addirittura l'importanza data a un regista commerciale come Verhoeven e alle sue pellicole satiriche che dileggiano alcuni eccessi della società americana."

Si fosse trattato di Michael Bay O.K. XD, ma Verhoeven, così come altri, è riuscito a fare appunto pellicole prettamente di genere riflessive. Ti sei risposto da solo quindi. XD A me comunque ha fatto piacere visto che altri se non ero non li ha citati o ne ha parlato proprio poco.
Concordo invece sul cinema italiano. Però il fatto è che si tratta in generale di un cinema dove le storie di solito hanno una parte preponderante. Come ho scritto nel mio commento, l' autore si è concentrato molto sulla forma. Infatti pure quello americano dagli anni 30 in poi lo cita relativamente. Per tornare a Verhoeven a parte lui, il massimo del cinema anni 80 americano tra le poche cose che ha citato è stato "Top gun" o meglio come al computer hanno unito le scene o roba simile, non ricordo. Bah!

"Ho trovato esagerato lo spazio dedicato a un film indiano degli anni 70 conosciuto solo da quelle parti (Sholay)"

Ah, ah! Quoto! Interessante, ma praticamente c' ha fatto vedere quasi tutto il film! XD Alla fine comunque semplice o quasi pellicola di genere. Non capisco perchè si sia soffermata proprio su questa poi. Boh!
Dick  24/09/2016 18:55:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Commovente invece la scelta di dedicare la pagina finale ad Arca Russa di Sokurov, riprendendo anche il documentario su come è stato girato questo splendido film moderno, che rilancia con forza le possibilità del cinema autoriale nei decenni a venire."

Io invece al contrario ho trovato un po troppa l' importanza data a questo film. Come detto, non condivido tanto il messaggio di fondo e cioè che il cinema d' autore sia esercizi di stile, eccessivo metacinema, giostrare e controgiostrare con la telecamera... poi ovviamente ognuno ha le sue idee.