caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

ON THE ROAD regia di Walter Salles

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Invia una mail all'autore del commento kowalsky     5 / 10  11/10/2012 23:48:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Se dovessi assumere un atteggiamento neutrale, On the road sarebbe un bel film, piacevole e forse appassionato, tutto sommato utile alle nuove generazioni che non hanno avuto la fortuna di conoscere le pagine di Jack Kerouac, ma se il termine di paragone è un romanzo che ha avuto un ruolo molto importante nella vita di molti - e ovviamente nella mia - allora il film di Salles si merita un posto d'onore nella lista delle cocenti delusioni dell'anno. Se Riley è un discreto Sal Paradise e il regista azzecca i riferimenti alla cultura afroamericana (il free-jazz in particolare) e qualche momento persuasivo nell'episodio del Messico, la parabola che fu di K. sembra una tardiva combriccola di boy-scout in vacanza, tanto è piatta e priva di vere emozioni. Ben poco dello spirito del libro - giusto una dose di reducismo sfrenato e ambiguamente moralista - è rimasto in questa giostra di amicizie fraterne e promesse eterne, dove sembra di essere davvero sul set del The dreamers di Bertolucci. Attori inespressivi e poco convincenti, giusto una sorta di bignamino passatista che Salles aveva già ampiamente sfruttato nel suo decoroso (ma niente di più) Diari della motocicletta, su Che Guevara, ragazzo. E soprattutto è un film che a parte qualche sprazzo di vitalità, risulta noioso, statico e privo di vera vita. Se due ore non passano invano, vi posso assicurare di aver rischiato di addormentarmi almeno 4 volte nel corso del film. Forse i tempi sono cambiati e gli amici della beat generation sembrano profeti estinti, ma quelle pagine lì, accidenti, meritavano una maggiore carnalità, non la semplice essenza (rilettura) di quattro sbandati alla ricerca della libertà e di una ragione di vita
deadkennedys  13/10/2012 17:30:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
non ho visto il film ma un po' me l'aspettavo...
E’ quasi triste vedere come si è trasformata in mezzo secolo la parola hipster: quelli dei Cinquanta erano dei vitalisti che scrivevano sulla carta igienica e rubavano negli autogrill per sopravvivere e prendevano treni merce come faceva pure il caro Jack London quando era un hobo di strada; di questi nuovi (perchè ora sta tornando di moda "essere hipster" e magari sono pure quelli che hanno prodotto il film) non ci ho capito ancora un *****, so solo che fanno a gara a chi spende di più nei negozi vintage.
Terry Malloy  13/10/2012 14:53:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
che dolore che mi dai kowa...
boodi  25/10/2012 20:30:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
concordo su tuttoanche sul 5 per salvarlo