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SPRING BREAKERS - UNA VACANZA DA SBALLO regia di Harmony Korine

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alphaville     8 / 10  16/03/2013 16:48:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L'ultimo film di Harmony Korine è un riuscito tentativo di creare una sorta di "poema pop", visivamente lisergico ed affascinante, riscattando con la forza dello stile una materia bassa, rozza e volgare, ma che non è altro che l'humus di cui si è nutrita gran parte della odierna gioventù del mondo occidentale. Raramente questa materia (penso ad esempio a "Natural born killers", che pero' prendeva di mira più che altro il circuito dei mass media) era stata affrontata cosi' di petto dal cinema d'arte, comprensibilmente spaventato da una sfida che potrebbe sembrare persa in partenza per l'enorme distanza che si direbbe separi il mondo consumistico di oggi da quello dell'arte e della cultura: l'operazione di Korine appare quindi profondamente motivata, per niente superficiale come alcuni detrattori hanno affermato.

Contrariamente a quello che l'orripilante sottotitolo italiano potrebbe far credere, "Spring breakers" è quindi un film d'autore al cento per cento, originale e moderno, che nel suo impianto rivela comunque profonde affinità con l'opera di Jean-Luc Godard: partire da un dato sociologico (in questo caso si tratta degli "spring breaks" americani, nel caso di Godard poteva trattarsi della prostituzione nelle metropoli, o del maoismo, ecc.) per comporre una pellicola provocatoria dal forte gusto sperimentale, spesso basata sul recupero di alcuni stilemi del cinema noir, o comunque di serie B. Qui, come in "Pierrot le fou", assistiamo ad una surreale epopea gangsteristica in cui centrale è la figura della donna con un fucile (o un mitra) che deruba e uccide, in un'atmosfera decadente dal sapore anarcoide. Ma se la coppia Belmondo-Karina agiva agli albori dell'universo consumistico e poteva ancora sognare un'isola deserta su cui scappare, qui gli orizzonti culturali si sono definitivamente chiusi e il gruppo criminale Franco-Hudgens-Benson-Korine non puo' che giocare a replicare sarcasticamente il lato piu' malato del Sogno Americano, al di fuori di prospettive che non siano quelle dell'accumulazione di beni materiali e della corsa al successo.

Sarebbe pero' errato cercare a tutti i costi un messaggio sociologico e\o moralistico in quella che è soprattutto un'opera di poesia (magari "tratta dai rottami", come recitava una delle didascalie di un'altra pellicola di Godard, "Week-end"), la registrazione stupefatta e ironica di un flusso di coscienza collettivo immerso in colori sgargianti, ma anche impregnata di un sapore mortuario che, nella sequenza piu' bella del film (una svergognata danza col mitra sulle note di Britney Spears), si sposa perfettamente con un'estetica "da cartolina", smaccatamente falsa, e tuttavia commovente. Perché se l'epoca contemporanea non offre che questo, tanto vale provare a ricamarci sopra una tenera ballata.....
Lucignolo90  06/07/2013 17:02:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
D' accordissimo. Complimenti
alphaville  16/07/2013 00:10:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie! Scusa il ritardo ho letto solo ora... Bello anche il tuo commento!