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LO HOBBIT - LA BATTAGLIA DELLE CINQUE ARMATE regia di Peter Jackson

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Dom Cobb     8 / 10  07/01/2015 19:01:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dopo essere finalmente giunti alla Montagna Solitaria, sede del vecchio regno dei Nani di Erebor, la compagnia di tredici nani e un hobbit deve vedersela non solo con le numerose parti che intendono appropriarsi del monte e dei suoi tesori, ma anche con la crescente paranoia di Thorin Scudodiquercia...
Si conclude con questo terzo episodio non solo la trilogia de Lo Hobbit, ma con tutta probabilità anche il ciclo di adattamenti di opere di Tolkien, a meno che in futuro Peter Jackson non ci ripensi o la New Line Cinema riesca a trovare un altro regista abbastanza coraggioso da provare a ricreare un intero mondo o a espanderlo; di conseguenza, è inevitabile un certo grado di tristezza sapendo che una tale esperienza sul grande schermo non si ripeterà mai più, ma tale sensazione non può cancellare del tutto il fatto che, di tutti gli episodi della trilogia, questo è sicuramente il più debole.
Non che ci siano dei cali di qualità a livello tecnico o puramente narrativo: nel primo caso, ci sono ancora le solite, splendide panoramiche della Nuova Zelanda a farle da padrone, insieme a massicce dosi di CG che a tratti risulta un po' stucchevole, ma senza mai oltrepassare il limite. Costumi, scenografie e musiche restano di alto livello, e per chi è patito di queste cose, le scene di battaglia che occupano l'intera seconda parte della pellicola sono tutte da godere, grazie anche a qualche trovata interessante.


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Anche la trama, nell'affrontare la parte che, per quanto mi riguarda, è sempre stata la più ostica nel leggere il libro, risulta portata sullo schermo con sufficiente fedeltà: a campeggiare su tutte le sottotrame relative a Bard e agli elfi è il rapporto di stretta amicizia fra un Thorin sempre più preda dell'avidità e un Bilbo Baggins incerto su come tenere a bada la sua crescente pazzia. Non a caso i momenti migliori sono quelli in cui questi due personaggi condividono la scena, anche se non mancano altri momenti di notevole impatto.


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A conti fatti, i problemi della pellicola sono due, anche se uno risiede a livello puramente personale. Quello oggettivo è il montaggio; ovvero, per quanto mi sia piaciuto questo film, per una volta credo che non avrebbe fatto male distribuire nelle sale la versione estesa, in modo da avere tutte le spiegazioni necessarie a un chiaro svolgimento, in specie nella parte finale.


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L'altro motivo, quello personale, è che manca all'appello il personaggio che ritengo sia la chiave di volta dell'intero film, ossia quel Smaug solo accennato nel primo e che era la star del secondo: senza di lui, secondo me, la storia perde molto del suo interesse, ma forse è solo perché amo i draghi alla follia, soprattutto quelli parlanti.


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Comunque, questo terzo e ultimo tassello svolge bene il suo compito e si integra bene con l'inizio della trilogia cronologicamente successiva ma tecnicamente precedente. Avrà le sue falle, ma rimane comunque una pellicola capace di intrattenere in modo più che dignitoso, cosa che non si può dire di molti altri prodotti dello stesso genere.

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