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ELLES regia di Malgorzata Szumowska

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ughetto     6 / 10  29/09/2012 01:06:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
spoiler presenti.

una giornalista colta e borghese intervista due studentesse che si prostituiscono per mantenersi, questa esperienza la porta a determinate conclusioni sulla sessualità e la coppia. infatti comprende che i desideri maschili sono ben altri da quelli espressi all'interno della camera matrimoniale e che quindi: o si reprimono usando magari la pornografia come via di uscita, oppure si rivolgono a professioniste. Compreso questo, coraggiosamente, tenta di reintrodurre una sessualità più passionale all'interno del suo matrimonio, ma il marito la respinge, preferendo rifugiarsi nella rigida divisione dei ruoli della famiglia borghese, dove si fa colazione tutti insieme e l'uomo, forte e compiaciuto, apre il barattolo che la donna non riesce ad aprire.

alcuni aspetti li ho trovati abbastanza sottili, sebbene si giochi a criticare gli stereotipi con gli stereotipi. in primis il famoso barattolo. poi il fatto che lui si eccita mentre lei è elegante ai fornelli, inserita quindi nel cliche di moglie perfetta, ma poi poco dopo la rifiuta quando invece lei cerca di esprimere una sessualità più intensa e svincolata dalle regole. bello l'affresco della vita domestica di lei: i tre maschi da gestire, ognuno pieno di necessità ma incapace di ascoltare perché perso in un mondo virtuale: i videogiochi il piccolo, il disegno e gli stupefacenti il grande (bella la scena in cui lui ride strafatto) il lavoro e la pornografia il marito.
non originali ma ben gestiti gli oggetti domestici che con la loro resistenza materica diventano tanti ostacoli sulla via della quotidianità (interessante il pupazzo di spider man che rappresenta l'infanzia del piccolo o anche l'essere eterno ragazzo dell'uomo). il tagliarsi il bruciarsi e poi tutti gli schemi a cui attenersi: il peso, la ginnastica, la dieta, la cucina e via e via in un crescendo infinito.

ma tutto questo per cosa, sembra chiedersi la protagonista? per soddisfare la necessità indifferente che l'uomo ha della donna? non hanno forse scelto meglio le due giovani prostitute che, compresa anzitempo questa realtà, semplicemente la monetizzano? che differenza c'è fra un cliente che parla loro del lavoro, senza chiedere niente, e il marito che le dice "sei strana vai da uno psicologo"?

questa la parte apprezzabile del film, dove per apprezzabile non intendo condivisibile, ma intendo godibile nel suo schema e nella scrittura.

la parte meno lucida è quella sulla prostituzione. intanto affiorano dialoghi spesso vergognosi: quello sull'odore. la giornalista pensa che la ragazza si riferisca all'odore che le rimane addosso dopo che ha visto i clienti, lei si riferisce a quello della muffa delle case popolari. ridicolo, didascalico. ma anche: il dialogo fra la polacca e l'arabo, insulso. e via e via. ma anche le scene non sono molto credibili: parte porno soft, candele e vino rosso, poi si rende conto di non essere realistico e ci mette giusto qualcuno un po' squilibrato per dire che insomma, prostituirsi non è solo una ****ta. forzato.
e comunque il film si ammala della stessa borghesia che sembra voler pungolare in camera da letto: i numeri e le realtà della prostituzione anche di alto bordo nascondono retroscena che nel migliore dei casi sono molto più drammatici di questo, nel peggiore arrivano a storie di vera e propria schiavitù. quante storie ci saranno di ragazze così? e comunque: è giusto non accennare per niente a tutto il resto? e anche se attraverso le parole di una delle protagoniste si sbeffeggia l'idea maschile che le prostitute a letto ci godano, nelle scene di sesso non è affatto chiaro.

perchè tutto sommato si è voluto puntare su un marketing da film erotico. di certo avrà più spettatori, ma perde in lucidità. (ma si vede che gli autori si sentono molto progressisti)

da un punto di vista formale niente, nel bene e nel male, degno di essere commentato.
ughetto  30/09/2012 12:15:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
riflettendo nei giorni successivi mi sono un po' pentito di questo commento. avrei dovuto essere più negativo, ma ancora non mi ero reso conto del difetto a mio avviso principale del film. un difetto che sembra colpire anche un'altra regista un po'presuntuosa: sofia coppola. il punto è questo: nessuno nega che ci possano essere degli uomini gretti e maschilisti, così persi nel loro mondo da essere descrivibile e riducibili dal vecchio binomio donne e motori (che è quello che la protagonista trova sul mac del marito). ma il punto è: come è possibile che una donna così colta sensibile e spirituale si ritrovi a fianco ad una specie di bestia? (ammesso che il binomio sia così dequalificante, ma questo è un altro punto). bisognerebbe ricordare alle nostre presunte intellettuali progressiste l'antico adagio "dio li fa e poi li accoppia". è inutile ostinarsi a scrivere sceneggiature con donne filosofe (incredibile che si sia arrivati a questo punto, mi riferisco a Lost in Traslation) e uomini scemi. e comunque ci si rifiuta di indagare il motivo per cui le tre protagoniste di questo film fanno quello che fanno: cioè una spaventosa brama di denaro. vergogna.