caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

FRANKENWEENIE regia di Tim Burton

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Mik_94     7½ / 10  24/12/2012 17:15:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ispirato al Frankenstein di Mary Shelley e a un corto cinematografico che un giovanissimo Tim Burton realizzò nel lontano 1984, Frankenweenie è il ritorno del regista al mondo dell'animazione stop motion dopo il successo di Nightmare Before Christmas e La sposa cadavere. Un ritorno atteso, sperato e avvenuto, finalmente e inaspettatamente, nell'inusuale territorio di casa Disney. Un territorio che per l'incontenibile genio del regista poteva rivelarsi impervio e minato di ostilità. Come avrebbero potuto i produttori esecutivi di La bella e la bestia, Biancaneve, Cenerentola e Pinocchio accogliere di buon grado un film d'animazione a) senza canzoni; b) completamente in bianco e nero; c) tenebroso, cupo e anche un po' grottesco? La collaborazione, inutile dirlo, ha funzionato eccome! La colonna sonora di Danny Elfman è un dono fatto alle nostre orecchie, l'amichevole partecipazione di Winona Ryder, Martin Short e Catherine O'Hara (che prestano le loro voci ai personaggi) rimarca grandi e indimenticabili tappe delle creazioni del nostro cineasta preferito, la storia è un irripetibile coacervo di sentimenti e brutture capaci di scaldare il cuore, il geniale uso del bianco e nero rimanda alle glorie di un cinema muto rispolverato con The Artist e alla foto cult in cui Walt Disney e Topolino posavano per la macchina da presa. E' un incubo macabro e splendido, ma che segna il ritorno a un mondo di fiabe che, visti i recenti insuccessi, sta perdendo scintille della sua polvere magica.
E' il film meno Disney di questo mondo, ma quello che paradossalmente è stato capace di dare ai padri dei cartoni più belli il giusto e meritato lustro e di ricordarci la potenza del buon cinema. Nonostante l'avessi trovato divertente e solare, Dark Shadows era stato un tantino al di sotto dei canoni burtoniani. Bello, sì, ma in maniera disimpegnata e fugace. E' questo, invece, il film che aspettavo. Un armonico e simmetrico matrimonio di opposti, un raffinatissimo gioco di citazioni, un prodotto con un'identità precisa, ma con lo sguardo rivolto al meglio che c'è. Figlia dello stesso seme che aveva dato vita al meraviglioso Edward mani di forbice, la storia d'amicizia di Victor e Sparky prende spunto dall'infanzia solitaria del regista e, ad anni di distanza, regala a lui quell'amico speciale che non ha mai avuto da bambino e noi l'intrattenimento di gran classe e qualità che potrebbe rendere ancora più speciale il nostro Natale. Da vedere con la famiglia in gran completo, riesce a far riflettere con sensibilità anche sui pregi e i difetti della scienza moderna, capace di regalare, se spinti da amore, sorprendenti miracoli; se dall'ambizione più cieca, invece, mostri.
Consigliatissimo!
(diariodiunadipendenza.blogspot.it)