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L'OMBRA DELLO SCORPIONE regia di Mick Garris

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Angel Heart     7 / 10  25/01/2014 13:22:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Trasporre su pellicola le pagine e le giostre di emozioni che si provano in un qualsivoglia romanzo del Re ormai è risaputo che ci siano riusciti bene solo in pochi eletti ("Shining", "La Zona Morta", "Cimitero Vivente", "Misery", "Cujo", "The Night Flier", e i tre dalla raccolta "Stagioni Diverse" ovvero "Le Ali della Libertà", "Stand by Me" e, in parte, "L'Allievo"); per il resto dalle sue opere sono stati tratti o filmetti mediocri o vere e proprie schifezze (e non sto qui a farne l'elenco).
Per prendere in mano uno dei suoi capolavori (per molti, me compreso, IL Capolavoro) opera complessa ed ambiziosa dove il rischio di rovinare tutto era pari al 110%, di palle ce ne volevano eccome, belle grosse anche; ebbene devo ammettere che, nonostante un budget che non permetteva una resa apocalittica come si deve e uno stampo televisivo che finisce per intaccare violenza, turpiloquio e cattiveria in maniera inevitabilmente drastica, anche Garris è riuscito, nel suo piccolo, a farsi valere.

Il libro per me fu un'esperienza unica, indescrivibile, mi rapì fin dalla prima riga della prima pagina e mi accompagnò in un tour di emozioni che mai più fui in grado di riprovare; alla fine della lettura ci arrivai completamente stremato, e nel mentre ebbi parecchi incubi notturni che ancora oggi non riesco a dimenticare. Mi innamorai follemente di tutti i personaggi, in maniera molto particolare di Larry Underwood (il mio beniamino), Harold Lauder, Nick Andros e Lloyd Henreid, e non posso negare che quando presi in mano il film la prima cosa che mi interessava era vedere come erano stati trasposti questi miei personaggi preferiti sullo schermo; gli ultimi due, interpretati rispettivamente da Rob Lowe e Miguel Ferrer, li ho trovati perfetti sia fisicamente che in recitazione (e sì che Rob Lowe generalmente non lo reggo) mentre rimasi nettamente deluso dalla controparte in carne ed ossa di Larry (interpretato da un attore penoso, completamente diverso dal rocker trasandato che mi ero immaginato, e il quale personaggio nel film ha un ruolo quasi di secondo piano) ed Harold (ben interpretato, ma dalla psiche disturbata ridotta ad un 1/10 rispetto al libro e davvero troppo, troppo diverso nel fisico).
Quindi la delusione in parte ci fu, soprattutto pensando che di tutto l'universo di personaggi che compongono la storia, proprio i miei due preferiti mi dovevano rovinare?
Sì perchè ripeto tutti gli altri sono stati ricreati perfettamente (da Sinise e la Ringwald, che odiavo nel libro e ho odiato nel film, fino a Randall Flagg e Pattumiera, per non parlare di Ruby Dee che, guardacaso, era esattamente il volto dell'attrice che avevo in testa mentre leggevo le parti di Mother Abigail).

Comunque, messo da parte il discorso personaggi, il film segue molto fedelmente ciò che avviene nel libro; tante tante cose vengono omesse, ed ovviamente non tutti trovano lo spazio che meritano (a dimostrazione che neanche 6 ore possono bastare per raccontare tutto) ma in linea di massima si può dire che gli eventi principali ci sono tutti ed il cuore del libro è più che presente. La pecca appunto è lo stampo televisivo che riduce di molto l'intensità emotiva delle cose ed allegerisce gli innumerevoli dettagli violenti, verbali e sessuali che rendevano il romanzo quel pugno allo stomaco che noi fans di King conosciamo molto bene. Anche gli effetti speciali, francamente ridicoli, ne fanno le spese (mi torna in mente il fuoco che avvolge NY ed il finale con la mano di Dio, un momento piuttosto imbarazzante).
Ad ogni modo, visti i mezzi, gliene faccio una colpa fin là. Ripeto, Garris, con ciò che aveva tra le mani, è riuscito a cavarsela in maniera decisamente dignitosa; e riuscire solo ad essere in parte fedeli al romanzo, viste appunto le tante ciofeche che ci siamo dovuti sorbire tratte dai lavori di King, è un merito già di suo molto più che apprezzabile.

Il libro, è il caso di ribadirlo, è tutta un'altra storia; il film comunque, tenendo conto del nome che porta, non è affatto male e non dovrebbe deludere più di tanto gli estimatori del Re. Ovvio che c'è chi ancora spera in una trasposizione un pò più meritevole.

Vale la pena dai.