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DRACULA 3D regia di Dario Argento

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Roderick     2 / 10  30/11/2012 22:25:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Davanti ad un crollo così drammatico della poetica di un'artista credo sia necessario affrontare un'analisi che non sia solo impressionistica.
Intendo dire che devono essere diverse le ragioni ad aver portato un uomo da Suspiria alla Terza madre, e non solo un calo della creatività.
Qualcuno ha citato altri grandi registi per evidenziare la fisiologica curva discendente delle loro opere, ma un fenomeno così spiazzante non si era mai visto prima.
Argento, il mio amato Argento, è qualcuno che non riconosco più.
Posso immaginare che l'invecchiamento affievolisca certe inquietudini e con esse anche la volontà un pò folle di metterle in scena; posso anche capire che un successo come il suo sia difficile da gestire, ma non posso davvero inquadrare il baratro nel quale è caduto senza considerare fattori altri da lui.
Mi è capitato ultimanente di frequentare festival di cinema dove sono stati ospiti molti degli autori e attori della grande stagione anni 70/80, e da tutti ho percepito una grande amarezza nell'analizzare il crollo della creatività italiana in questi ultimi decenni. Riduzione di fondi, tempi velocizzati e omologati ai ritmi di produzione da multisala, scarso o assente coraggio da parte dei produttori, nessuna voglia di rischiare con la sperimentazione e affondo della meritocrazia.
Penso allora alla cura, al tempo dedicato e all'ossessiva ricerca del particolare che animava le troupe di un tempo, e alla cultura solida che regnava tra gli addetti ai lavori. Penso alla motivazione ed allo spirito politico-artistico del nostro grande cinema e se faccio il confronto coi nostri giorni mi viene da piangere.
Ecco, credo che questa involuzione culturale abbia avvolto, volente o nolente, anche il nostro Argento, costringendolo a confrontarsi con una realtà artistica agonizzante.
Dico questo perchè se do un'occhiata ai due Master of Horror girati negli states, Pelts e Jenifer, mi accorgo che Argento non sta poi così male, anzi. E parliamo del 2005 e del 2006, periodo in cui vede la luce l'inguardabile Ti piace Hitchcock? e appaiono sugli schermi i terribili Cartaio e Terza madre.
Le differenze tra l'opera nostrana e quella oltreoceano sono talmente evidenti e spiazzanti che la domanda sorge spontanea: dietro la macchina da presa c'è lo stesso autore?
Ovviamente si, quindi ciò che sostengo sopra potrebbe avere un senso.
Certo non siamo noi a poter indicare soluzioni o strade da intraprendere, in un mondo, quello del cinema, che vive soprattutto di leggi a noi sconosciute e che poco hanno a che fare con ciò che vediamo sullo schermo.
Però un consiglio mi sento di darlo, con umiltà e sincerità, ad uno dei miei autori preferiti: Dario cambia strada, radicalmente. Se puoi, attua una rifondazione. Radicalizza di nuovo le tue immagini, magari rivolgiti a meno gente ma ti prego, rischia una nuova strada e torna a dar vita a quegli incubi meravigliosi. Regalaci altri pallidi e tremanti incarnati, altri occhi smarriti in tavolozze di colori ancestrali, torna nei sotterranei delle nostre menti che non aspettano altro di perdersi di nuovo, minacciate da paure così terribili ma anche così vicine e familiari.
Abbiamo bisogno di antidoti al torpore di questi tempi spenti.
Torna Argento, torna.