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QUANDO ALICE RUPPE LO SPECCHIO regia di Lucio Fulci

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JOKER1926     4 / 10  08/02/2012 17:28:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Fulci alla regia di film a stampo horror/thriller è stato sempre altalenante; si va insomma da bellissimi film come "Una lucertola con la pelle di donna" ad aborti come "L'aldilà". Il film del 1988 "Quando Alice ruppe lo specchio" fa il verso, senza dubbio alcuno, agli "aborti" enunciati sopra.
In questa tremenda pellicola di Fulci c'è ben poco da apprezzare. I difetti invadono la scena.
La storia messa in piedi dal regista italiano è molto puerile; troviamo come protagonista un maniaco che uccide in modo assurdo le vittime e da esse porta via denaro e gioielli che, in modo sistematico, saranno rinvestiti nel gioco d'azzardo fra l'ippica e il poker.
Da questa premessa viene fuori all'istante tutta la bassezza del film che è orfano di una dinamica e di una prospettiva di storia, si snocciola in modo orrendo, fra banalità e incongruenze varie; sceneggiatura nel frangente infima.
"Quando Alice ruppe lo specchio" parte come Horror ma si trasforma, in brevissimo tempo, in una pellicola trash e comica, la tensione non sarà mai presente.
Ora, cercando di diramare il discorso sul lato tecnico, c'è da fare un' altra analisi assai critica.
Lucio Fulci qui scade proprio, il suo prodotto cinematografico si avvale di una fotografia di bassa prominenza, ne risentono, a questo punto, pure tutte le scenografie. Gli attori sono mediocri, la musica è fin troppo approssimativa e, dulcis in fundo, il ritmo è davvero blando.

Non manca proprio niente a questo film (low budget) di Fulci; confezionare una pellicola con pochi soldi non deve, per forza, significare di costruire un prodotto improntato sul trash e sull'assurdo, anche con pochi finanziamenti si può inoltrare nell'apparato scenico di un film del genere una valente storia. Ne "Quando Alice ruppe lo specchio" tutte queste cose non avvengono minimamente, visione intrisa in scene cruenti ove lo splatter, allegato a pessimi effetti speciali, mette in risalto tutta la possibile rozzezza tecnica e concettuale di tale film che, ovviamente, non vale più di una spensierata visione priva di qualsiasi pretesa; il culmine di interesse, comunque, è raggiunto durante una sequenza ove il discutibile protagonista perde una mano di poker all'italiana.
Inutile ed irritante poi la messa in scena dell' "io" del maniaco che cerca di erigere il tutto a film filosofico o giù di lì, solo questo ci mancava!