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DJANGO UNCHAINED regia di Quentin Tarantino

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LUDWIG     7½ / 10  29/05/2013 03:54:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Pur essendo un grandissimo estimatore di Tarantino, non posso esimermi dall'ammettere di essere, in parte, rimasto deluso da questa sua ultima fatica.
Prima di esporre il giudizio, ritengo doveroso fare una premessa: chi ben conosce i registri stilistici adottati dal regista sa benissimo quanto possa apparire ridicolo, in film come " Django " e il precedente " Inglorious bastards ", pretendere una pedante e pertinace fedeltà ai fatti storici, e una riverente serietà e sensibilità nell'affrontare certi argomenti; e credo, a tal proposito, che muovere una critica in questa direzione sarebbe decisamente fuori luogo.
Il cinema di Tarantino va preso per quello che é: un mero " divertissement estetico ", un rindondante e barocco gioco di citazioni e virtuosismi suggestivi, miranti sì a colpire, ma non certo a lasciare il segno.
E' chiaro che questa sua " dimensione ludica ", questo suo " mirabolante, stucchevole senso di bellezza ", tanto seducente quanto superficiale, non può essere compreso da chi affrontà il cinema con profondità e razionalità; con questo, sia chiaro, non voglio offendere nessuno.
Nondimento, non si può negare che etichettare Tarantino come un " regista d'intrattenimento " sarebbe decisamente azzardato: l'arte, almeno per come la vedo io, non dev'essere necessariamente un linguaggio volto a trasmettere profondità e sensibilità verso determinate temi e realtà, o messaggi di rivoltà sociale, denuncia politica e spirito d'umanità; al contrario, l'artista può lavorare, com'è appunto il caso di Tarantino, sulla ricerca di un'esteticità malizosa e seducente, che incanti il fruitore come quando si ammira un dipinto. E' questo ciò che, a mio modesto parere, distingue l'arte dal puro intrattenimento: quest'ultimo è corrotto dalla logica del mercato, dalla scelta di un linguaggio fruibile a tutti e dettato dal gusto comune; l'arte, di converso, è un atto puro, esente da ogni interesse fuoché quelli dell'artista stesso.
Detto questo, trovo che quest'ultimo " Django " sia perfettamente inquadrabile nel percorso stilistico di Tarantino. Quello che non funziona? Questa volta, la dimensione ludica, che è ormai il tratto distintivo dei suoi film, risulta decisamente scialba e scolorita. Il godimento estetico che, in opere come " Kill Bill ", struggeva ed ammaliava come in un dipinto impressionista, in questo film, è limitato a pochi, brevi momenti, in cui, tra l'altro, le trovate figurative di un tempo appaiono invecchiate.
Tuttavia, per merito di alcuni aspetti positivi quali l'interpretazione magistrale di Dicaprio e Waltz, il divertente connubio tra western e film d'azione, i dialoghi sopra le righe e le musiche molto suggestive, il mio voto non può scendere al di sotto del sette. Mezzo punto in più per il personaggio di Mr Candie: ho sempre avuto un debole per i cattivi dall'aria arrogante e signorile :-). In conclusione: dico buon film, godibile e divertemente, e con personaggi efficaci e ben costruiti, ma la formula di Tarantino non graffia più come prima. Un bel passo indietro rispetto ad " inglorious Bastards ".

Ludwig

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