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ANTHROPOPHAGOUS regia di Joe D'Amato

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6½ / 10  13/11/2015 10:35:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Classico dello splatter -rivisto oggi non si può dire invecchiato benissimo- "Anthropophagus" resta uno dei titoli di punta del cinema estremo italiano.
Aristide Massaccesi noto anche come Joe D'Amato, racconta lo sbarco di cinque turisti su un'isola greca alla ricerca di alcuni amici. Che qualcosa non funzioni è palese fin da subito, il paese infatti appare disabitato. Solo una donna fa capolino da una finestra, ma non è l'unica abitante rimasta. Nell'ombra si muove un'oscura minaccia, qualcosa di molto pericoloso affamato di carne umana.
A rendere interessante questo film è il piglio menefreghista con cui D'Amato mette in scena efferatezze assortite (celeberrime la scena del feto e quella dell'autocannibalismo) senza preoccuparsi di eventuali censure. Alla forza anarcoide si unisce la capacità di creare atmosfere molto cupe nonostante ci si trovi nel bel mezzo del Mar Egeo.
La regia pur non essendo sbalorditiva si avvale di alcune scelte vincenti, come quella di non mostrare almeno inizialmente l'assassino, ma di seguirlo tramite la sua soggettiva. Apprezzabile lo sforzo di introdurci all'orrore cercando di delineare un attimo i protagonisti, la descrizione però è goffa, con psicologie abbastanza risibili. Convincente nella parte del mostro George Eastman, noto sodale del regista che qui affianca nella stesura dello script, autore di una prova malsana in cui massacra uno stuolo di attori non proprio formidabili. Vale la pena, giusto per curiosità, ricordare la presenza di Serena Grandi (accreditata come Vanessa Steiger) e di Margaret Mazzantini, con la futura scrittrice nei panni della ragazzina cieca. Sicuramente un interessante crossover tra slasher di tipico stampo americano, cannibal movie italico ed un protagonista molto somigliante agli zombie di Romeriana memoria. Se colonna sonora e fotografia non convincono ad essere più che apprezzabili sono le scenografie, decisamente efficaci nel creare atmosfere lugubri (anche di matrice gotica). Meritevole il flashback inerente passato del mostro, tragico quanto basta e importante per capire le cause del suo comportamento.