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DETACHMENT - IL DISTACCO regia di Tony Kaye

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Invia una mail all'autore del commento gidansheva     10 / 10  25/09/2012 10:10:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi sento di dare il massimo dei voti a questo "Detachment", a mio avviso un vero capolavoro, tutto incentrato sul tema del distacco. Che cos'è il distacco? È l'assenza, la distanza, il vuoto che si crea nell'animo delle persone immerse nella dura e tragica quotidianità. È anche l'inerzia, la rinuncia a conferire un qualsiasi senso alla propria esistenza dopo aver constatato l'amaro fallimento di tutti i tentativi compiuti. È soprattutto la sfiducia nel cambiamento, nella sua concreta possibilità in questo mondo. Tutto ciò si cela nello sguardo, nelle parole e nelle azioni del protagonista, uno splendido Adrien Brody. Tuttavia, non è ancora troppo tardi; la rinuncia non è ancora completa (o comunque non sembra esserlo): forse negli angoli più bui e corrotti della società è ancora rintracciabile una possibilità di redenzione, a partire da coloro che "persone fatte e finite" non lo sono ancora: i giovani. Da qui si snoda il secondo tema centrale della pellicola: il ruolo degli educatori. Fondamentale, a dir poco. Cultura = consapevolezza, secondo il protagonista, ma la vera sfida dell'insegnante è dimostrare di avere qualcosa di vero e profondo da trasmettere ai ragazzi, in modo che trovino da soli la propria strada e, da uomini resi liberi, conferiscano un senso alla propria vita. Il film, però, sembra suggerire con forza che questo arduo compito non debba affatto limitarsi all'ambito scolastico, ma bensì travalicarne i confini (come nel caso della giovanissima prostituta, un'intensa Sami Gayle all'esordio, che il protagonista sembra voler salvare da un'esistenza ormai inesorabilmente segnata dalla sfortuna).