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HELLRAISER regia di Clive Barker

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Spotify     7½ / 10  28/12/2016 19:05:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
---COMMENTO SPOILEROSO---

Questo si che è un horror, con l'H maiuscola. Ho capito una cosa importante dopo aver visto questo film, cioè che i film dell'orrore non necessitano di essere capolavori, come invece pellicole appartenenti ad altri generi, ma basta avere idee giuste, originali e soprattutto bisogna essere umili, perché l'horror è un genere dove spesso si pecca di presunzione ed eccessiva sicurezza, sfornando il più delle volte, dei prodotti orrendi. Ma se il regista e gli sceneggiatori hanno le giuste ispirazioni e sanno metterle in scena usando cuore e testa, ecco che il film riesce. Ed è proprio il caso di "Hellraiser" che per me è un vero e proprio gioiello.
Già la trama è molto innovativa, anche per l'epoca (la pellicola è del 1987) dove il genere horror stava esaurendo le proprie cartucce: la storia ruota attorno alla figura di Frank Cotton, un uomo viscido e spregevole che entra in possesso di una misteriosa scatola. L'oggetto, se sbloccato attraverso un rebus, trasporta chi ne è in possesso in una sorta di universo parallelo dove si sperimentano, allo stesso tempo, il piacere e il dolore più assoluto. Ed è esattamente quello che accade a Frank. L'uomo infatti, dopo aver compiuto uno strano rituale nella casa di famiglia, viene spedito in quest'altra dimensione. Viene in seguito smembrato, da ganci che gli si conficcano nella carne. Inoltre, nell'oscuro posto dove Cotton è finito, risiedono i cenobiti, esseri mostruosi direttamente responsabili dei piaceri e dei dolori che si provano venendo a contatto con il loro mondo. I supplizianti intrappolano quel che resta di Frank nel loro universo. Anni dopo, Larry, il fratello di Frank, torna nella casa dove si è consumato il fattaccio, con l'intento di trasferirsi lì con la moglie, Julia. La donna in passato ha avuto una torbida storia di sesso e sadomasochismo proprio con Frank e quella casa non fa altro che accentuare i suoi ricordi. Julia, infatti, non ha mai smesso di pensare al fratello del marito. Un giorno, durante il trasloco, Larry si ferisce accidentalmente ad una mano e il suo sangue, una volta caduto a terra, fa rinascere Frank, il quale però, è completamente dilaniato. Quando Julia scopre il suo ex amante in quelle condizioni, questi supplica alla donna di rimetterlo in sesto e in seguito di fuggire insieme. Lei accetta e per aiutare Cotton c'è solo un modo: uccidere persone per avere il loro sangue. A questo punto Julia comincia ad assassinare diversi individui per aiutare Frank, il quale nel frattempo è ricercato dai cenobiti. Ad intralciare i piani di Julia e Cotton, ci sarà Kirsty, la figlia di Larry.
Barker quindi, forse tira fuori l'ultimo horror che meriti di essere ricordato per la sua originalità e non parlo solo della trama, ma mi riferisco anche, a quello che, dal mio punto di vista, vuol comunicare il regista. Innanzitutto vorrei fare una precisazione, cioè che in un film di paura, nel 98% delle occasioni è molto difficile trovare una morale. Il director però riesce a trasmetterla, ed anche in modo veramente particolare e innovativo, quindi si merita applausi già solo per questo. Ma cosa vuole dirci Barker? Lui, attraverso "Hellraiser", vuol mostrare prima di tutto, la perfidia, la depravazione dell'essere umano. Nel film coloro che dispongono di queste "qualità", sono senza dubbio Frank e Julia: il primo perché già di per se è un individuo squallido, senza rispetto o interesse per nessuno e desideroso di voler provare i piaceri carnali più estremi, a costo di pagare qualsiasi prezzo. Julia non è molto diversa da quello che nella pellicola è il suo amante, perché in passato ha tradito il marito col fratello di questi e soprattutto non esita un attimo ad assecondare Frank. La donna diventa quindi una spietata assassina e mano a mano comincerà anche a provare un certo gusto ad uccidere con metodi brutali. Insomma, attraverso questi due personaggi, Barker condanna l'essere umano, che non è semplicemente cattivo o violento. Il director va alla ricerca dei meandri più malati della mente dell'uomo, descrivendolo come essere pervertito, depravato, deviato e chi più ne ha più ne metta.
Il regista condanna anche, in maniera esplicita, il piacere estremo. Questa cosa, agli occhi di tutti noi, può apparire come quanto più appagante possa esistere, ma non è così, difatti, come ben sappiamo, la sperimentazione del godimento corporeo più intenso, può portare a conseguenze tremende. E' interessante pensare come il director, mediante tutta la fantasia presente nel film, voglia allontanarci, da ogni forma di massimo appagamento presente nella vita reale.
Barker dirige benissimo gli attori, resi davvero credibili e caratterizza in modo preciso i personaggi protagonisti. Julia è una femme fatale un po' singolare, in quanto conserva sì, diverse caratteristiche di questo tipo di donna, però il director la mette in una veste diabolica, immorale. E' una persona marcia nell'animo, che attira uomini in casa per poi ucciderli in maniera disumana e gettarli, infine, nelle grinfie del mostro. Non riuscirà a sfuggire alla sua follia, nemmeno Larry. Il personaggio è estremamente verosimile ed ha una perfidia notevole. L'altra figura rappresentata con gran cura è quella di Frank Cotton. Un'individuo viscido, egoista, traditore. Se Barker voleva creare un soggetto da far odiare allo spettatore, ci è riuscito benissimo.
Una cosa che mi ha colpito, l'ennesima, è come il regista ha trattato i supplizianti. All'apparenza si può pensare che essi, siano i classici antagonisti, e invece no. Sono raffigurati come dei giudici, in quanto esprimono e decidono la sentenza riguardo chi vuole provare i piaceri più estremi da loro offerti. Altrimenti possono essere visti anche sotto forma di guardiani, visto che una volta che si è entrati nel loro universo, i cenobiti non ti lasciano andare più. Insomma, trovar loro una definizione non è affatto semplice, tant'è che lo stesso "Pinhead" dice che loro sono demoni per alcune persone e angeli per altre. E' come se fossero una specie di anello di congiunzione tra il bene e il male. Barker è bravissimo anche nel far vedere poco i supplizianti che però non risultano mai essere elementi secondari. Si tratta anzi, a mio avviso, delle ultime creature innovative del cinema horror. La loro immagine è solenne e altezzosa. E nella loro mostruosità sono esseri che suscitano un forte ascendente con un carisma ferreo. Ho fatto spudoratamente il tifo per loro.
Il ritmo è fluente, Barker divide la storia in due parti: la prima riguarda esclusivamente la "rinascita" di Frank con l'aiuto di Julia, mentre la seconda vede l'entrata in scena dei cenobiti.
Durante il primo tempo, si assiste dunque alla parte più malata del film, dove Julia uccide innocenti cercando di mettere in atto il folle progetto di Frank. L'atmosfera in questi 45 minuti iniziali è di quelle più opprimenti. Si pensi a quanta depravazione ci sia nel rapporto tra Julia e Frank. E' come se il director, tra questi due personaggi crei un rapporto sadomasochistico ma senza sadomaso. Assolutamente geniale. A dar supporto a tutto questo, ci sono una scenografia e una fotografia davvero riuscite. La prima è la casa dei Cotton, una struttura, sporca e sudicia, dove praticamente si svolge quasi tutto il film. Il posto perfetto per ricreare il clima descritto sopra. Gran parte della pellicola si svolge all'interno dello stabile, ma la noia non subentra mai. Altro, importantissimo punto a favore per la regia.
La fotografia è nerissima, lugubre, molto ombrosa. Perfetta a mio giudizio, caratterizza in maniera particolare, l'estetica di Frank Cotton.
Una prima metà non incalzante, forse, ma che prende lo spettatore, gettandolo in un vortice di perversione.
La seconda parte si snellisce nell'andamento, è più fluida, più arrembante e ha l'entrata in gioco dei cenobiti. Qui secondo me, abbiamo forse, una delle migliori sequenze non solo del cinema horror, ma di tutto il cinema fantastico in generale. Sto parlando di quando Kirsty evoca per la prima volta i supplizianti, in ospedale. Ragazzi, che scena, mette davvero i brividi. Si assiste alla comparsa imponente di questi demoni dalle fattezze orribili, dei quali "Pinhead" è senza dubbio quello più magnetico, maestoso nella sua diabolicità. Il suo sguardo, freddo e glaciale. Se posso fare un paragone, penso che l'apparizione dei cenobiti corrisponda ad una fortissima ondata di vento gelido che assale l'astante, lasciandolo impietrito per alcuni minuti. C'è da dire che nella riuscita di questa sequenza c'è anche un forte aiuto da parte di ambientazione e fotografia, le quali assumono toni cupi e freddi.
Dai due tempi, ne esce quindi, una narrazione solida, senza particolari colpi di scena da segnalare, ma avvincente e dinamica.
Eccezionale il trucco dei supplizianti, tutti molto inquietanti ed originali. Non ricordo esseri simili o anche vagamente somiglianti presenti in pellicole antecedenti ad "Hellraiser". Difficile dire quale dei quattro sia il più riuscito. La faccia di "Pinhead" sembra vera e gli spilli sul suo viso, per quanto un po' trash, sono una scelta davvero azzeccata. Un lavoro impeccabile.
Nonostante il budget ridotto, ottimi gli effetti speciali che non hanno perso il loro smalto anche vedendo il film oggi. Mi sono piaciuti specialmente nella scena della "resurrezione" di Frank. Danno un forte senso di disgusto e proprio per questo li considero ben fatti. Sullo splatter, non ce n'è in gran quantità ma produce il suo effetto quando deve. Barker si è mantenuto su livelli moderati, preferendo puntare di più sull'aura claustrofobica della pellicola.
La suspense c'è, diverse scene infondono una certa tensione, la quale, si mantiene per tutta la durata della pellicola, esplodendo in alcune situazioni. Ad esempio, il punto in cui Larry per poco non scopre il fratello, fa stare col fiato sospeso.
Il finale è un po' scontato, tuttavia è sostenuto da grandi effetti e tante sequenze rocambolesche che lo rendono "divertente".
Il cast è di buon livello: leggendario Doug Bradley nel ruolo di "Pinhead". L'attore inglese dà vita a un'icona del cinema dell'orrore. Colpisce la disinvoltura con la quale l'interprete recita il demone, ruolo che sembra tagliato apposta per lui. Eccelso nelle movenze, nelle posture. E poi c'è un'interpretazione dei dialoghi da favola. Pronunciati da Bradley con tono cavernoso, colpiscono lo spettatore che rimane letteralmente impotente di fronte a tanta malvagia magnificenza. Gli sguardi sono impassibili, distaccati, difficili da descrivere. Posso solo dire che in quei 10 minuti in cui Doug Bradley compare, si è di fronte ad una delle migliori performance attoriali che il cinema horror abbia mai visto. Molto brava anche Clare Higgins, sensuale e perfida. Da notare come l'attrice metta in scena quanta più perversione possibile, cosa certamente non semplice, ma da apprezzare perché riesce a farsi detestare dallo spettatore. Gran prova.
Colonna sonora tetra con alcuni toni epicheggianti, direi indovinata per lo stile della pellicola. Usata sempre nei momenti giusti, aiuta nella riuscita di tante sequenze.
Con la sceneggiatura abbiamo il rovescio della medaglia. Non sarebbe neanche tanto male, ma ci sono dei dialoghi veramente orrendi. Per fortuna quelli di "Pinhead" si salvano, però quelli degli altri personaggi sono di un trash inimmaginabile. Di dialoghi stupidi ce ne sono a secchiate, di illogici ancora di più e altri sono totalmente inutili. Ho avuto l'impressione che a Barker in certi frangenti, siano mancate le idee per scrivere battute decenti. Peccato perché il resto dello screenplay non è male: innanzitutto la trama è originale, piena di ispirazioni e di conseguenza ci sono varie scelte che mi sono piaciute, come l'uccisione di Larry da parte di Frank con conseguente assunzione delle sembianze, la morte di Julia sempre per via di Frank ed anche ll patto tra Kirsty ed i cenobiti, infranto da questi ultimi. Anche l'impianto narrativo è buono, lineare ma compatto. Discreta stesura dei personaggi.
Altra cosa un po' così è il montaggio, a volte si notano dei brutti stacchi.
Anche la figura del barbone non mi ha convinto a pieno, specie nel finale, però in fin dei conti la considero più una trashata che altro.

Conclusione : un gioiello del cinema dell'orrore contenente un fortissimo messaggio. Da sottolineare l'originalità della trama, la regia e la figura di "Pinhead", una delle ultime figure sacre (in ordine cronologico) del genere. Se dovessi consigliare un horror a qualcuno, escludendo ovviamente i grandi classici come "L'esorcista" o "Shining", gli direi di guardare "Hellraiser". E pensare che questo prodotto è stato realizzato con un budget irrisorio. Io lo dico sempre, i film di paura belli, sono quelli anni 70/80, altro che le schifezze di oggi!
Bello e coinvolgente , il 7 e mezzo ci sta tutto.