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NAKED BLOOD regia di Hisayasu Sato

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GianniArshavin     6½ / 10  19/12/2014 18:08:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Fra i vari prodotti bizzarri e atipici che il sol levante ha prodotto ,soprattutto in ambito underground, si è ritagliato una sua discreta fama questo "Naked blood" , film a bassissimo costo diretto nel 1997 da Hisayasu Sato.
La pellicola,fin dai primi minuti,riesce a trasmettere una sensazione di disagio e alienazioni di forte impatto,come solo i migliori esponenti di tale genere cinematografico sanno fare. Ci ritroveremo catapultati in una città asettica dove un ragazzo affetto da evidenti disturbi decide di sperimentare un farmaco all'insaputa della madre e sulla scia degli studi del padre scomparso. L'insolita pozione porterà le ignare cavie a provare piacere nel dolore e ciò scatenerà una serie di conseguenze non certo piacevoli...
Come detto balza all'occhio l'atmosfera marcia del titolo , che nella prima oretta si sviluppa molto lentamente regalando poco a livello visivo. In questa prima fase saremo destabilizzati dalla freddezza del racconto che,complici le ritmiche blande,tuttavia potrebbe annoiare lo spettatore più smaliziato.
La seconda fase invece è totalmente opposta alla prima visto che entra in gioco lo splatter (il fattore principale che sta alla base della fama del film)e devo dire che qui il regista si sbizzarrisce come non mai: sangue,uccisioni,cannibalismo,torture fisiche,autolesionismo e quant'altro rendono la mezz'ora finale di "Naked blood" davvero estrema e controversa , in un tripudio di violenza e inventiva incredibile.
Sato , con questa suo schema narrativo molto distinto , cerca di trattare delle tematiche care sia alla cultura nipponica (la solitudine,i genitori che vogliono imporre ai figli delle scelte,lo sfrenato progresso tecnologico) ed altre care un po al cinema di genere stesso (il dolore che diventa piacere fisico come in "Hellraiser") e diciamo che ci riesce solo in parte; infatti per quanto il messaggio arrivi, gli elementi proposti sono a mio parere fin troppi e non riescono ad essere gestiti a dovere anche perché i due tronconi in cui il film si divide eccedono in eccessi il secondo e in rinunce il primo.

Tecnicamente l'opera ,malgrado il budget 0, si difende bene in primis grazie agli effetti speciali realizzati alla grandissima. La regia fa il suo,il tema sonora rimane impresso mentre la fotografia cupa non è il massimo ma è pertinente al tipo di storia trattata.

Dunque un film non perfetto che tuttavia mostra grande coraggio e voglia di osare , qualità che è giusto premiare. Più Tsukamoto che Cronenberg,la pellicola di Sato colpisce,shocca e prova a comunicare un messaggio non scontato, alternando scelte interessanti ad altre meno indovinate.