caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

DARK SHADOWS regia di Tim Burton

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
david briar     7 / 10  02/04/2016 03:50:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Dark Shadows" non è il peggior film di Burton, ma sicuramente è uno di quelli scritti peggio, con una narrazione più debole. Non parlo di dialoghi, che presi singolarmente sono interessanti, ma nelle svolte, nei cosidetti colpi di scena, nel modo in cui si procede a scatti, abbozzando caratteri e rapporti(vergognoso soprattutto il personaggio di Roger, intepretato da Johnny Lee Miller, un vero e proprio disastro di personaggio, ha la faccia giusta ma è mal recitato e con approfondimento nullo). Ma c'erano talmente tanti spunti interessanti che il tutto sa di occasione sprecata(in realtà solo parzialmente). Ha una struttura veramente sdrucciolevole da soap opera, tnnt'è che sembra, per moltissime caratteristiche, il pilot di una serie tv, o di un film diviso in più parti trasmesse a lunga distanza di tempo. Il che fa pensare che sia voluto visto l'origine del soggetto, ma anche se fosse, bisogna capire che il cinema non è una soap opera e gli aggiustamenti bisogna farli. Ma ecco che, nonostante questi grandissimi problemi, "Dark shadows" risulta essere un unicum nella filmografia burtoniana, paragonabile come struttura forse solo a "Beetlejuice", ma comunque totalmente diverso: un film che con tutti i suoi difetti, aggiunge qualcosa in più alla sua carriera, ci mostra qualcosa di lui che non sapevano.
Un film folle che sfrutta con ambiguità e ironia, ma soprattutto cattiveria, icone pop, stereotipi e miti degli anni 70: torna il cuore di Burton(in realtà mai veramente assente, nemmeno in "Alice in wonderland", dov'era solo un po' anestetizzato), quella capacità di riflettere sulla cultura pop usandola come un dispositivo narrativo ed emotivo, facendo ironia su certi archetipi. Basta guardare la scelta dei brani musicali, la comparsa di Alice Cooper, la genialità con cui viene usata la M di McDonald, o anche la presenza di Christopher Lee in una piccola parte. Interessantissima anche le figure femminili, con cui si riflette sulla difficoltà maggiore per loro a invecchiare, e sui tentativi per impedirlo. Oltre questo, è recitato direi benissimo da quasi tutti gli interpreti, molto riuscito da un punto di vista fotografico e diretto con grandissima classe, con alcune inquadrature, almeno due, che sono autocitazioni(ma talmente integrate nel contesto da risultare perfettamente funzionali ed evidenti solo a chi ha memoria e occhio particolarmente vispo), ma in generale una notevole capacità di dirigere in maniera inedita situazioni che potrebbero essere già state viste in roba come "La famiglia Addams", o in uno qualunque dei tanti film con vampiri o con castelli pieni di fantasmi. Tornano i rimandi all'espressionismo: erano sempre metafore delle paure legate al contesto storico, alla nascita dei "mostri" che avrebbero portato la morte nel mondo. Intelligentemente realizza un simpatico mini-affresco degli anni 70′, usando l'espressionismo come metafora dei "mostri" che sono alla base della società moderna.Il film di Burton non assomiglia a nessun altro: è suo e basta, torna a lasciarsi andare anche se la sceneggiatura è quella che è(non i dialoghi, riusciti). Seppur al film manchi un centro forte e rischi spesso di perdere il suo senso in un melting pot di diversi generi diversi, senza volerne essere uno preciso, nel complesso è piacevole e divertente, anche se la soluzione finale forse è troppo semplice, buttata lì e non veramente convincente, in quanto non viene spiegata veramente, ma in maniera ingiustificabilmente dozzinale. Insomma, pieno di problemi , ma anche di cuore, un film a cui voler bene e che penso sarà rivalutato col tempo nella sua filmografia, magari insieme al sottovalutatissimo "La fabbrica di cioccolato". Burton è sempre Burton, e forse questo è il suo film di cui viene più da chiedersi di che genere sia. Si potrebbe usare per tutta la sua filmografia, e nel caso non si sappia definire il genere di qualche suo film, io direi di andare sul sicuro: burtoniano. Genere con lineamenti chiari e riconoscibilissimi, unici..