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IL POPOLO CALABRESE HA RIALZATO LA TESTA (PAOLA) regia di Marco Bellocchio

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Invia una mail all'autore del commento Elly=)     7 / 10  06/04/2012 23:10:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
IL POPOLO CALABRESE HA RIALZATO LA TESTA o meglio conosciuto come PAOLA è la triste storia di un'occupazione di case organizzata e guidata dai militanti del partito dell'omonima città calabrese. Triste perché negli occhi della gente vedi tanta sfiducia, un fatalismo disperato, una scarsa coscienza politica, piccoli compiacimenti decadenti, e intorno a loro una povertà assoluta, bambini immersi nel fango, vecchi marcescenti, strade del terzo mondo, l'ospedale in rovina, una miriade di catapecchie che non sono vivibili ma c'è che ci abita pur d'aver un tetto.

Ci viene presentata una realtà che non ci par vera, ci suona così lontana, soprattutto se visto in questi anni non si riesce proprio a credere che le persone di quelle zone, gli italiani del sud possano aver vissuto in quelle condizioni rivoltose mentre a nord si viveva chi più chi meno in condizioni più che dignitose. E' risaputo che il nord è sempre stato molto più avanti del sud, ma vedere come vivono quei bambini e tutte quelle famiglie è una cosa che suscita schifo, si rimane esterrefatti negativamente, ma ahimè c'è qualcuno che è riuscito a rimanere indifferente, ed è facilmente intuibile capire di chi io stia parlando..

La cosa che forse si ricorda di PAOLA a livello cinematografico è l'uso del montaggio. Per meglio dire un montaggio povero, povero come la gente cha abita a Paola, con pezzi di girato per esteso, l'inquadratura fissa su tutti quei volti e le parole che escono dalle loro bocche, credo il momento più toccante del film. Ne fanno eccezione allo scheletro adottato per il film quei momenti in cui c'è il voice over che fa pensare ad una voce anonima di partito e all'esigenza di spersonalizzazione a cui si ispiravano i militanti.
Si assiste come veri e propri spettatori alla preparazione della manifestazione, della scena finale, nella sala pubblica, dove si può notare la costituzione dei codici tipici delle riunioni politiche e in un vago ricordo ci compare nella mente un possibile parallelismo con LA CINA E' VICINA.

Nella prima parte sentiamo un voice over e capiamo che è uno dei militanti, vediamo la loro situazione che è un disastro totale, passando per immagini e racconti a cui fatichiamo a credere per arrivare al finale. Un finale illusoriamente speranzoso, che parte dai quartieri poveri verso quelli più ricchi, dove la gente scende per le strade a manifestare e ne esce vittoriosa ma si sa come alla fine queste tragedie vanno a finire..