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CORIOLANUS regia di Ralph Fiennes

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7 / 10  09/10/2014 11:19:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Debutto alla regia in grande stile per Ralph Fiennes: l'attore inglese sceglie come suo nume tutelare il tanto amato William Shakespeare portando sullo schermo la tragedia "Coriolano" scritta dal Bardo intorno ai primi del 1600.
Lo scenario viene modernizzato e trasferito in un presente distopico, operazione già effettutata da Luhrmann con "Romeo + Juliet", da Almereyda con "Hamlet 2000" e in misura minore, per via di un mix temporale grottesco, nell'ottimo "Titus" della Taymor. Il linguaggio viene mantenuto inalterato rispetto lo scritto, un incedere aulico quindi dissonante con l'ambientazione di una Roma attuale e lontana dall'opulenza imperiale. Siamo trascinati per strade grigie e polverose, in ambienti degradati abitati da poveracci ridotti alla fame e pronti ad insorgere.
Caio Marzio mette a tacere l'insurrezione a suo modo: ovvero con le maniere forti dimostrando ancora una volta coraggio e totale devozione allo stato.
Dopo l'ennesima impresa eroica -contro i Volsci, acerrimi nemici assiepati alle porte della città- viene candidato ad essere eletto console. Affinchè ciò avvenga urge ingraziarsi il popolo con il quale fino a quel momento è stato totale e reciproco odio. In un primo momento la gente sembra dargli fiducia, per poi rivoltarsi una volta manipolata a dovere. L'elettorato viene sbeffeggiato, facilmente raggirabile da brogli intesi ad estromettere Caio Marzio per l'incapacità di mentire, per la sua fedeltà verso uno stato che è invece corrotto. Quindi elemento integerrimo a suo modo, pericoloso per gli equilibri di un mondo senza morale, per questo motivo condannato all'esilio. Accecato dal desiderio di vendetta si allea con i Volsci, i quali apprezzano la statura interiore del nemico storico.
Film interessante: spietato nel mettere a nudo le becere trame di certa politica, l'utilizzo sfacciato dell'opinione pubblica e soprattutto nell'elevare un uomo che pur "sbagliato" segue a menadito i precetti con cui è cresciuto. Su "Coriolanus" pesa a tratti l'essenza teatrale sfociante in una verbosità massiccia, nel complesso però Fiennes convince dirigendo con grande personalità e dominando la ribalta pur calcata insieme a uno stuolo di validissimi colleghi .