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AGENTE 007 - MISSIONE GOLDFINGER regia di Guy Hamilton

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Dom Cobb     6 / 10  02/05/2012 20:29:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Avanti un altro: dopo l'eccellente Dalla Russia con amore si cambia regista e si sforna, nel 1964, quello che è, ad oggi, il Bond-movie più sopravvalutato di tutti i tempi. Si chiama Missione Goldfinger. Non che sia brutto, anzi, è sicuramente meglio di tanti altri film in circolazione, solo che mentre lo guardavo, mi chiedevo in continuazione per quale motivo proprio questo episodio avesse scatenato la cosiddetta "Bond-mania": secondo me, non basta solo una manciata di elementi bene o male azzeccati per fare un film buon film, per quanto memorabile, e in effetti, ho notato che le persone tendono a ricordare solo particolari elementi...


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piuttosto che il film in generale. E, a conti fatti, questo fatto posso capirlo: con Goldfinger, si cambia decisamente tono rispetto ai precedenti, ed ecco che la trama si fa improbabile, con elementi che definire trash non è troppo azzardato (vedi Spoiler); cambia la regia e si sente, perché Guy Hamilton ha sicuramente senso dell'ironia, ma non del ritmo, paurosamente lento; né il cattivo risulta essere fra i migliori, anche se forse è fra i più divertenti...


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e anche l'azione, per quanto ben girata, è davvero servita col contagocce.
Alla fine, ciò che resta di buono è un sempre decente Connery, tre splendide donne, uno scontro finale teso con tanto di conto alla rovescia, e le già citate scene d'azione. La canzone iniziale è orecchiabile e da la giusta carica. Questo mi basta a strappargli una sufficenza a onor del vero un po' stiracchiata, sempre ricordando che in futuro si vedrà di peggio.
Dom Cobb  09/01/2022 01:45:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
James Bond viene inviato a spiare le attività dello spregiudicato magnate Auric Goldfinger, ossessionato dal nobile metallo in tutte le sue forme. Ciò che a prima vista sembra trattarsi di semplici traffici di contrabbando si trasforma però molto presto in una cospirazione dalle ramificazioni molto più inquietanti, il cui bersaglio è niente meno che Fort Knox...
Molti sono concordi nel ritenere "Missione Goldfinger" il momento in cui, per la prima volta, tutti gli elementi caratteristici della saga spionistica di 007 si ritrovano nella loro completezza: aggiunti alla lista una sequenza prologo e i primi gadget, ad essi si vanno ad aggiungere il milionario pazzo con uno stravagante piano di conquista del mondo, lo scagnozzo forzuto e, oltre a tutto il resto, la mitica Aston Martin (qui alla sua versione DB5), il giocattolo per eccellenza diventata iconica tanto quanto l'agente alla sua guida. Secondo me è anche e soprattutto per questo che molti tendono automaticamente a guardare a questo film come il migliore di tutta la serie, e secondo me abbastanza a torto. E' innegabile che Goldfinger rappresenti la quintessenza del franchise così com'è entrato nell'immaginario collettivo, ma da qui a chiamarlo un capolavoro o un grande film ce ne vuole.
Da Terence Young la regia passa a Guy Hamilton e il cambio si percepisce, più in piccoli tocchi che altro; perché a livello tecnico si continua a viaggiare su buoni livelli, con una fotografia sfavillante, anche se non ottima come nel film precedente e fantastiche scenografie di un Ken Adam finalmente in grado di esprimere davvero la sua creatività.


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Eppure, il budget in crescendo si nota solo a tratti, con un tasso di spettacolarità ancora abbastanza contenuto, e gli effetti speciali sono di qualità altalenante, forse l'effetto collaterale di un'eccessiva ambizione per le risorse a disposizione dei filmmakers;


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la sensazione è quella di trovarsi di fronte a un capitolo di transizione, l'ideale anello di congiunzione fra i primi capitoli low-budget più improntati allo spionaggio e all'avventura seriale e i blockbusteroni d'azione stravaganti che diventeranno in futuro. Ciò se non altro rende il risultato finale affascinante da un punto di vista filologico.
A pesare davvero comunque, al di là delle magagne tecniche (che di per sé sono anche trascurabili) è la qualità tutto sommato mediocre della sceneggiatura: la premessa lascia ben sperare e i dialoghi sono tutto sommato godibili, qua e là si imbuca anche qualche frase ad effetto che ha fatto storia,


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è l'esecuzione generale a dare dei problemi, in particolare nella seconda parte: a onor del vero, già nella prima ci sono delle sbavature, ma dal momento in cui Bond entra nella fabbrica in Svizzera, con tanto di famigerata scena del laser, il suo personaggio diventa del tutto passivo e in balia degli eventi, al punto che la sceneggiatura va incontro a forzature estremamente grossolane per portare avanti la trama.


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Ne risulta penalizzato il ritmo, che in assenza di sorprese o colpi di scena si affloscia in inutili digressioni nel tentativo di dilatare la durata, che pure è inferiore al precedente film;


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ma forse è meglio così, visto che i pochi twist nella storia vengono presentati in maniera blanda e poco convincente.


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Certo, non sarebbe un problema se l'azione fosse tale e tanta da coprire certe falle, o se i personaggi fossero abbastanza carismatici e pittoreschi, ma sta di fatto che non è così: le scene d'azione sono servite col contagocce e mancano di mordente, forse con l'unica eccezione del confronto finale a Fort Knox; e se lo scagnozzo Oddjob si rivela efficace per quella che è la sua funzione, lo stesso non si può dire di Goldfinger, che purtroppo si limita ad essere un ridicolo grassone privo di particolare interesse. E il tutto è contornato da una colonna sonora monocorde, che si limita a ripetere ossessivamente il tema principale della canzone, quella sì notevole e benedetta dalle doti vocali di Shirley Bassey.
Il cast in generale fa il suo, pur senza strafare; Connery ormai ha fatto suo il ruolo, ma è un po' triste se per il resto del cast la nota migliore è l'introduzione del rapporto amore-odio fra Bond e il quartiermastro Q, da sempre fonte di genuini sorrisi e risate. Si segnala in negativo il Felix Leiter di Cec Linder, che non può neanche lustrare le scarpe alla versione di Jack Lord vista due film fa.
"Missione Goldfinger" ha segnato il destino della prima parte della saga e l'ha portata verso altri successi futuri rivelandosi il primo vero "blockbuster" mondiale nella storia, anticipando "Lo squalo" di Spielberg di oltre un decennio; purtroppo, gli anni se li porta addosso con più fatica dei suoi immediati predecessori e la sua efficacia viene smussata fortemente dai limiti di sceneggiatura e ritmo. Non un fiasco totale, ma abbastanza in fondo alla mia lista.