Dom Cobb 7 / 10 03/05/2012 14:14:31 » Rispondi Non era molto difficile fare qualcosa di meglio rispetto all'alquanto noioso Goldfinger, e questa remota eventualità è stata completamente fugata col ritorno alla regia di quel Terence Young che due anni prima aveva fatto letteralmente faville con Dalla Russia con Amore. Dunque si torna agli standard dell'appena citato film? Non proprio: qui l'ambientazione (a parte la mezz'ora iniziale) è costituita esclusivamente da splendide spiagge caraibiche ed altrettanto splendidi fondali, l'azione prende il sopravvento sul puro e semplice spionaggio, talvolta in modo prepotente ed esagerato (come nel roboante finale), comunque ben girata, merito anche del fatto che è tutta eseguita sott'acqua. Purtroppo, i difetti non si limitano solo a una certa sovrabbondanza di azione, ma anche su un'atmosfera piuttosto pesante e un ritmo un po' troppo disteso. Comunque, a salvare la barca è il corpus di attori (nonché qualche genuina trovata della sceneggiatura): Connery è sempre Connery, ma si fanno ricordare anche i due villain, i "nostri" Adolfo Celi con tanto di benda all'occhio e la femme fatale Luciana Paluzzi; un po' sottotono (ma di pochissimo) la bond-girl Claudine Auger.
La scazzottata finale sul Disco Volante se la potevano risparmiare.
Dom Cobb 12/01/2022 01:01:57 » Rispondi La SPECTRE si impossessa di due bombe atomiche della NATO e minaccia di far saltare in aria una città inglese e americana se non viene pagato il riscatto. James Bond viene inviato insieme ad altri agenti a recuperarle; la traccia conduce a Nassau, dalla bellissima Domino e il suo tutore, l'agente SPECTRE Emilio Largo... Arrivata al suo quarto film, la saga di 007 può ormai dirsi in pieno sviluppo: i soldi sono poco a poco aumentati per ogni episodio e ormai la serie si trova già annoverata fra i grandi successi del decennio, sia sociali che di puro intrattenimento: una vera e propria "Bond-mania" paragonabile solo all'ossessione per i Beatles in quanto a impatto a livello mondiale. Per quanto riguarda i film, la formula si è ormai ben consolidata, ormai si sa cosa funziona e cosa no e si punta sugli elementi che il pubblico ha mostrato di gradire maggiormente, allo stesso tempo rendendoli ancora più grandi e spettacolari. Ciò che se ne ottiene è "Thunderball - Operazione Tuono", che continua il graduale processo di allontanamento dal puro spionaggio verso i territori dell'azione e l'avventura prima di tutto. La formula bondiana è qui rappresentata nel suo massimo splendore dei primi tempi, fra location esotiche di rara bellezza e ancora una volta fotografate in maniera stupenda, nemici implacabili, gadget a tutto spiano e il consueto mix di pericolo e romanticismo che ormai sono diventati fatti di ordinaria amministrazione per il noto agente segreto. E pur non raggiungendo i fasti di "Dalla Russia con amore" si tratta comunque di un deciso passo avanti rispetto al sopravvalutato "Missione Goldfinger" nonostante qualche evitabile scivolone. La trama rappresenta forse l'elemento più accattivante: sebbene essa sia lineare sulla carta, viene messa in scena con vari accorgimenti capaci di catturare l'attenzione del pubblico e renderla intrigante fin da subito,
La prima mezz'ora riguarda tutta i preparativi e l'esecuzione del furto delle bombe atomiche da parte della SPECTRE e il modo totalmente casuale in cui Bond, ricoverato in una clinica, si imbatte nel complotto.
allo stesso tempo mescolando abilmente le atmosfere di spionaggio con scene d'azione più numerose e corpose rispetto ai predecessori. A farla da padrone stavolta sono per lo più i combattimenti subacquei, che in teoria rischierebbero di annoiare a causa della lunga durata; ma per fortuna sono realizzate così bene dalla troupe capeggiata da Ricou Browning (il mostro della Laguna Nera in persona) da essere una gioia per gli occhi e non far pesare l'eccessivo minutaggio di queste sequenze, su tutte la battaglia finale. Connery si infila nuovamente nei panni di 007 con consumata professionalità e stavolta è contornato da un cast che per fortuna riesce a tenergli testa; Claudine Auger ha sufficiente personalità e doti attoriali da far ricordare il suo personaggio come una delle Bond girls più interessanti del periodo, mentre la coppia dei "nostri" Adolfo Celi e Luciana Paluzzi dà vita a dei villain carismatici e minacciosi proprio per la scelta di non andare mai sopra le righe.
Magnifica e inquietante la breve scena di Largo che tortura Domino nella camera del suo yacht.
Per una volta, anche Felix Leiter, stavolta interpretato da Rik Van Nutter, riesce a rendersi utile e un po' più della solita spalla buona solo a dare spiegazioni sulla trama. I dialoghi sprizzano vitalità ed è anche merito loro se il ritmo rimane costante anche nelle scene meno movimentate. Ma la ciliegina sulla torta sono le roboanti musiche di John Barry, le cui melodie si stampano subito in testa, e la fantastica canzone dei titoli, che ha lanciato Tom Jones grazie alla strabiliante nota finale. Se c'è un difetto, ed è anche bello grosso ad essere onesti, è il montaggio, che rispetto ai predecessori fa un più ampio uso di trucchi come fast motion, jump cuts e transizioni note come "wipe" (tecnica cara a Kurosawa e diventata celeberrima grazie al suo utilizzo in "Guerre Stellari"): se il ritmo ne beneficia, evitando di afflosciarsi, il risultato è che alcune scene ne guadagnano in pacchianeria.
Lo scontro finale sul Disco Volante a momenti sembra una s*****ttata sul livello di Bud Spencer e Terence Hill, con coreografie esagerate e stacchi inutili nel bel mezzo delle riprese, e l'illusione dell'alta velocità dello scafo viene data da evidenti velocizzazioni.
Inoltre, è evidente come per esigenze ignote un'intera sezione della trama sia stata spostata creando problemi di continuità lungo tutto il secondo atto, problemi che si potevano evitare lasciando le cose come stavano.
Riguardando l'abbigliamento di Bond e ascoltando alcune conversazioni è evidente che la scena al tavolo da gioco fra 007 e Largo doveva venire dopo l'incontro fra Bond, Felix e Q e la consegna dei gadget e dopo la morte dello scagnozzo nella vasca della piscina: in questo modo, la battuta di Largo "Uno dei miei soci mi ha parlato di lei" acquista più senso e si corregge anche un problema di tempistiche. Infatti, alla fine della serata Largo invita Bond a pranzo il giorno seguente: secondo il montaggio originale, questa scena dovrebbe essere seguita dall'incursione sotto il Disco Volante e dunque la timeline viene rispettata, mentre con il montaggio finale questa salta del tutto.
Il contatore Geiger che prima è nell'orologio e poi nella macchina fotografica, lo scienziato polacco che scompare dopo l'esplosione del Disco Volante.
sono forse indice di una certa pressione nel produrre un film talmente complesso, certo più complesso dei precedenti, nel solito lasso di tempo di un anno, e magari proprio la crescente complessità ha poi spinto i produttori a dilatare i tempi di produzione in modo da facilitare le cose. Comunque, un plauso a Terence Young, qui alla sua ultima regia bondiana, per aver portato la barca in porto con successo e aver reso il film godibile nonostante gli ovvi difetti. Perché al netto del montaggio pasticciato e occasionali problemi di coerenza, il film si difende bene; i soldi investiti si vedono, specie nei vari mezzi subacquei appositamente costruiti e nell'uso di effetti speciali non a caso vincitori dell'Oscar, e la perizia di cast e troupe contribuiscono a creare un'esperienza divertente e a tratti davvero emozionante. VOTO: 7.5