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TO ROME WITH LOVE regia di Woody Allen

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julian     2½ / 10  16/05/2012 21:30:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Woody Allen è uno che riesce sempre a stupire. Stupisce che dopo 50 anni di onorata - e dobbiamo ammetterlo anche se non siamo suoi fan - carriera, il prode Woody riesca ancora a partorire film di cotanta pochezza e sciattezza, probabilmente il suo prodotto peggiore.
Si vede che durante le sue vacanzette europee abbia deciso di far tappa forzata in Italia, perchè, dopo aver passato in rassegna Inghilterra, Spagna e Francia, rimane dopotutto quella ridente penisola mediterranea che è definita il belpaese.
Un concept di base sembra proprio non esserci, a parte il banale filo conduttore che porta i protagonisti delle quattro storie a vivere un'esperienza fuori dal normale, a volte proprio surreale, per poi tornare all'adorata (?) routine.
E non concordo nemmeno con chi dice che è stato fatto il solito ritratto dell'Italia per stereotipi: l'Italia, e gli italiani, non vengono proprio ritratti.
Passano sullo sfondo, come turisti che, ammiccando alla telecamera, fanno le foto a una troupe che rimane cmq americana, ma spersonalizzata da qualsiasi caratterizzazione di tipo geografico o culturale. Roma è una cartolina sopra la quale girare, ma ci ha anche rotto tre quarti di pall.e il Colosseo, che insieme a Piazza Venezia e Piazza del Popolo sembra l'unica cosa degna di menzione in Italia.
Il film è brutto tutto, ma ricordo la prima mezz'ora come il top della follia: storie che si raccontano di fretta e furia sennò non ce la si fa col tempo, idiozie e discorsi buttati qua e là, messinscene degne di un cinepanettone (queste sì sono un omaggio a noi italiani) e Woody Allen che, nel parapiglia generale, cerca di ficcarci qualche battuta delle sue conservata in un vecchio cassetto, con ancora la puzza di naftalina.
Tragedia annunciata quella del doppiaggio di Woody: Leo Gullotta tenta disperatamente di imitare il suo vecchio amico del bagaglino Oreste Lionello, fallendo inevitabilmente. Attori e doppiatori dovrebbero reinterpretare, non interpretare i precedenti interpreti. E' facile a dirsi, lo so, e passi quindi la scusante che il pubblico italiano aveva imparato a conoscere Woody così, con quel fare farfugliante e insicuro; magari qualche spettatore disattento o qualcuno troppo giovane è cascato pure nell'inganno.
Nella devastazione totale diciamo che salvo, con sufficienza, due aspetti:
le sarcastiche osservazioni di Alec Baldwin - inizialmente il personaggio peggio presentato e più arrangiato - sul carattere di Monica; non che Ellen Page sia riuscita a creare un personaggio a tutto tondo, ma ciò che l'architetto dice di lei, quando sussurra i suoi ammonimenti al giovane allievo, rappresenta un succoso campione delle ragazze chic di oggi: le finto-acculturate tuttologhe che mettono bocca su ogni cosa, ma che di ciascuna di esse sanno solo una nozione, la più inflazionata;
Alessandra Mastronardi, di una bellezza semplice, che perlomeno non perde la testa davanti a una telecamera quando deve fare due cose assieme: muoversi e parlare.
Stilando un resoconto generale, possiamo dire, senza vittimismi, che questo ventunesimo secolo non è il periodo dell'Italia: non va bene niente; persino quando si tratta delle sue bellezze millenarie, esse non fanno altro che ispirare a un acclamato regista estero il suo peggior film.
step850  16/05/2012 23:46:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
peggior film? e scoop e incontrerai l'uomo dei tuoi sogni allora che sono?
julian  17/05/2012 00:22:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
incontrerai l'uomo dei tuoi sogni ammetto che mi manca. Ma scoop è gradevole almeno, neanche paragonabile a questo.
step850  17/05/2012 00:29:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
tutti i film di allen sono più o meno gradevoli. io ho trovato anche questo gradevole. in più a scoop ha sicuramente un uso intelligente del surreale (in scoop era più paranormale che surreale), soprattutto nell'episodio di baldwin, come tu hai ricordato, e del paradosso, in quello di benigni. più una forte critica a vari aspetti della società italiana che in scoop non ci sono (sia perché in inghilterra c'è meno da criticare, sia perché quello era più un divertimento del regista, da lui stesso quasi rinnegato, come ha detto in un'intervista con eric lax). comunque questo a primo impatto sembra molto confuso, a una seconda visione guadagna punti e si capiscono diversi nessi, anche tra i diversi episodi non intrecciati
julian  17/05/2012 00:44:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
mi dimostri comunque di aver seguito bene il film e di saperne abbastanza su Allen, perciò lungi dal contestare, tuttavia a me questo film è sembrato proprio scialbo e senza idee.
L'episodio di Benigni poi è idiota all'inverosimile; giuro, con tutta la buona volontà non riesco a leggerci proprio nulla. Mi sembra ovvio che la frase dell'autista sul finale, quando dice qualcosa come "non siamo mai soddisfatti nè da ricchi e famosi nè da poveri e sconosciuti, ma quando torniamo poveri ci accorgiamo che era meglio prima" suona un pò da manifesto o da morale dell'episodio. Ma, ripeto, enunciato con una tale nullezza da essere al più presto dimenticabile.
L'episodio con Penelope Cruz sembra un film di Christian De Sica, con la star spagnola buttata nella mischia, perchè ormai Woody se la porta dappertutto.
Un pò pazzoide quello del tenore che canta sotto la doccia, ma l'insistenza con cui Woody tenta di far ridere con battute stantie e fuori tema mi ha dato fastidio.

step850  17/05/2012 00:57:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
sì, c'è la frase finale con quell'intervento un po' teatrale dell'autista (tra l'altro attore di de filippo) che riprende la battuta di woody "i soldi non fanno la felicità, figuriamoci la miseria", ma oltre a quello credo che l'episodio di benigni stia a significare che al giorno d'oggi la celebrità spetta a persone che non la meritano e vanno in tv a dire fesserie, celebrati appunto per dire il nulla. e che questa celebrità così come è arrivata immeritatamente così se ne rivà. a quel punto leopoldo pisanello impazzisce e non potendo sopportare più il fatto di non avere più attenzioni su di sé, arriva a calarsi le brache metaforicamente e non. al contrario il tenore sotto la doccia, che è l'unico davvero dotato di talento, non è assolutamente interessato alla celebrità, anzi... poi c'è ellen page, anch'ella attratta dalla celebrità, e disposta a vendersi all'ultimo momento a un film di grosso budget. e per finire la mastronardi, anche lei ingenuamente attratta dalla celebrità impersonata dal vip antonio albanese, in quello che è un episodio più boccaccesco che desichiano. insomma, non è un film stupido. d'altronde woody è woody