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IL PRIMO UOMO regia di Gianni Amelio

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     7 / 10  24/04/2012 19:12:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il cinema di Amelio si riconosce ancora, e non è poco di questi tempi. Lunghi dialoghi che sembrano usciti da Borges, fotografia da togliere il respiro, una notevole capacità di raccontare il mondo dell'infanzia (il protagonista da bambino), un pò di citazionismo ("Il piccolo Archimede") e la bravura nel cogliere le tensioni degli "esterni" (l'Algeri come una Napoli o una striscia di Gaza multimediale). Bravo, ma così bravo nell'impasto narrativo, molto meno convincente quando assume un tono elegiaco che stride, in fondo, col rigore formale (fin troppo?) del film. Un film che partendo da un tema universale e importante, cerca di raccontare le ragioni gli interessi meschini le società che portano due popoli sull'orlo del conflitto e non di una civile convivenza (Francesi algerini Oriente occidente).
In effetti è legittimo fidarsi di un film che esprime così il suo concetto radicale "nei romanzi si trova la verità". Ma il regista racconta le ragioni del protagonista solo nel monologo finale (anzi no, parla a un'emittente radiofonica forse) ed è un pensiero comune, dove si trova il limite della tolleranza e delle ragioni personali.
Il tutto è un pochetto verboso nella sua requisitoria, retorico a tratti (la visita al vecchio maestro per es.), inerme davanti al soffocante sentore politico da cui non sa liberarsi. Magari una presa di coscienza meno astratta ci sarebbe voluta comunque, a costo di far indignare gli spettatori di Cannes.
In ogni caso, un film che merita una valutazione positiva, nonostante sia un poco irrisolto