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I COLORI DELLA PASSIONE regia di Lech Majewski

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pier91     7½ / 10  06/05/2012 23:02:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
C'è l'impronta di Sokurov, dunque di Tarkovskij, qualche scintilla bergmaniana, la passione per la luce caravaggesca. E poi, per fortuna, sebbene non poco ardua sia la ricerca del regista perduto, c'è anche Majewski. Certo il rischio che il suo cinema del collage si esaurisca tutto in questo film è alto, ma non è cosa di cui ci si debba preoccupare ora.
L'attenzione riservata alla potenza visiva è impressionante. Rilucenti sagome umane fissate sugli sfondi lividi di Bruegel: il risultato è davvero stupefacente. Eppure è forte il desiderio di imbrattare un poco questo quadro fiammingo di artificiosa perfezione. Majewski è talentuoso, lo sa e vuole fastidiosamente farcelo notare, ma non è libero. La fatica di un progetto così ambizioso deve avergli fatto dimenticare la gioia della creazione. Un vero peccato, perché almeno qualche scelta rivela una profondità inedita. Penso alla cupezza esasperata della fotografia, al lirismo volutamente solenne conferito dalle musiche (sue, tra l'altro), all' elemento semi-fisso della dimora del Grande Mugnaio, questo Dio annichilito e silente che osserva dall'alto, senza pietà, mentre a terra si consuma il dolore umano.