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I COLORI DELLA PASSIONE regia di Lech Majewski

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WongKarWai     10 / 10  02/04/2012 14:56:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La pittura come fonte ispiratrice del cinema, il cinema come evoluzione dinamica dell'arte. Majewski con la sua strepitosa opera ricrea l'universo di Bruegel, con una suggestiva e riuscita commistione tra realtà e finzione, tra storia e rielaborazione artistica. Il pittore è vicino a Dio mentre compie la sua opera, è come il Dio-mugnaio che dall'alto del suo mulino osserva e plasma la realtà come questi con il pane. Un artista che può fermare il tempo e muoversi a suo piacimento nei meandri della vita. Fotografia sublime (ricreata in maniera perfetta la luce dei quadri bruegeliani), camera quasi sempre fissa (ad eccezione di due piano-sequenza) a creare dei veri e propri tableau vivant; pochissimi dialoghi, sono le immagini che parlano. Oltre a una riflessione sull'arte il film presenta altri temi di rilievo quali una riflessione sul ruolo di Dio (geniale appunto il paragone con il mugnaio che fornisce il pane, dotato quasi di una sua sacralità, e poi rimane inerte ad osservare le pene del mondo dall'alto del suo mulino), sulla cultura contadina (bellissima la danza finale, che può ricordare da un punto di vista simbolico la danza finale di 8 e mezzo), sulla perenne attualità della storia di Gesù Cristo e infine uno sfondo storico che serve a dare una concretezza all'intero film. Molto significativo il finale. Per chi ama l'arte, il cinema, il bello in generale. DA VEDERE!