Marco Iafrate 8 / 10 29/05/2007 00:15:20 » Rispondi Sostanzialmente diverso dal racconto di Edgar A. Poe dal quale Roger Corman ha preso soltanto il titolo e lo strumento di tortura omonimo. Al supplizio cui veniva sottoposto l'uomo dall'inquisizione spagnola, con conseguente liberazione da parte dell'esercito francese, di cui parla il libro, si sostituisce nel film un dramma più corale che coinvolge più personaggi a partire dal protagonista Nicholas Medina ( Vincent Price ) passando per la moglie Elizabeth ( altra icona del cinema horror anni 60, Barbara Steele ), per il giovane fratello di lei, per arrivare al dottore del paese, pedina fondamentale nell'intreccio che immerge tutti i personaggi in uno stato di follia e di perversione tali da rendere comunque il film sufficientemente inquietante. Da antologia la scena che chiude il film che lascia veramente con un senso di angoscia incredibile. Ancora una volta l'atmosfera è di quelle consuete dei film di Corman sempre molto coinvolgente, la scenografia è ottima anche se tutto il film è praticamente girato all'interno di un castello con pochissimi esterni. Vincent Price è una garanzia per noi appassionati di questo genere di film.