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MAGNIFICA PRESENZA regia di Ferzan Ozpetek

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     4½ / 10  19/03/2012 20:13:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Calcava i territori più consueti con il suo film migliore ("Mine vaganti"), e adesso te lo ritrovi, l'italoturco, con il suo bisogno di essere fuori dal coro, in un contesto irrilevante, stridulo. E' "Magnifica presenza" il bel titolo di un film francamente terribile. Lo è "alla maniera di Ozpetek" osservando commossi il regista provare a rendersi credibile fuori dal suo cameratismo cinefilo. Poteva rivelarsi una gradita sorpresa, non è così. Non basta aver visto i film di Fellini, le commedie di Eduardo, qualcosa di Ferreri o rifare Bunuel ("L'angelo sterminatore" figuriamoci) pensando a quell'occhio surrealista che è anni luce distante dalla cucina e dai tinelli del "fornaio" Ozpetek (con tanto di pasticciere come ai bei tempi di La finestra di fronte). Non basta per reclamare una posizione privilegiata di "intoccabile". E' una specie di rispetto quella che si deve per un'operazione fallimentale piena di buone intenzioni, di quelle che il cineasta difende come "capolavoro della sua maturità", l'affetto che prova il padre davanti al figliol prodigo tornato a casa. Un'idea brillante congegnata male e realizzata peggio. Certo, convivono stilemi tipici del cinema di O., con la coralità Altmaniana, la dimora e soprattutto il passato. O. cerca esperienze corporative ma la pergamena della memoria non diverge poi molto dal passatismo di maniera di Pupi Avati. Una mise in scene che celebra i fasti del bel vecchio recital - la compagnia ricorda a tratti certe cose del Quartetto Cetra - ed è come se Pirandello riscoprisse una modernità che è solo nostalgia antiquaria. Tutto questo non può rendere giustizia nè all'effimero presente nè a fantasmi illustri o meno di un redivivo passato.
In questa "polvere di stelle" di fantasmi e ricordi, è emblematico il fallito provino di Germano, costretto ad ammiccare senza pudore a un tronfio clichè melodrammatico che non ha nessun bisogno di esistere, oggi.
Per questo unico momento davvero plausibile quello che riesce magnificamente a volteggiare tra grottesco e vita reale, passato e presente, è la liberazione "esterna" degli attori, in un'Italia contemporanea che ha poco tempo da dedicare a quel professionismo falso ed enfatico del vecchio teatro italiano. Puoi chiedere "in che anno siamo", sperando che il germanesimo tardivo di O. sia un giocoso paradosso. Quasi quasi meglio lasciare i fantasmi a morire
pier(pa)  24/03/2012 16:34:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Scrivi che il miglior film di Ozpetek è "Mine vaganti" (sono d'accordo), ma a "Saturno contro" hai dato di più. :)

Invia una mail all'autore del commento kowalsky  25/03/2012 20:17:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Questioni puramente emotive (se vuoi ti spiego meglio in altra sede)
pier(pa)  07/04/2012 18:26:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
No mi basta questa risposta. Era una semplice battuta che mi è venuta perché ricordavo l'8 di saturno contro, con cui concordavo e concordo tutt'ora.