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CESARE DEVE MORIRE regia di Vittorio Taviani, Paolo Taviani

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Invia una mail all'autore del commento Elly=)     9½ / 10  06/04/2012 22:32:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Cosa dire quando ti trovo davanti ad un mega schermo e hai appena assistito ad un film che ti ha emozionato così tanto da farti rimanere li, immobile, ad ascoltare il pezzo finale della colonna sonora e a leggerne i titoli di coda, non rendendoti ancora conto che il film è già finito.

CESARE DEVE MORIRE non è un film da 10 però sinceramente ha inventato secondo me un nuovo modo di parlare, di raccontare una storia: è stato a dir poco originale da parte loro utilizzare questo nuovo tipo di narrazione. Il film vale soprattutto per questa sublime scelta, una sceneggiatura che è stata scritta con testa riuscendo a raccontare una storia teatrale per intero tramite la storia cinematografica, non si tratta del semplice teatro nel cinema o del teatro filmato, no, qui si va semplicemente oltre i limiti della genialità.
Il film è sicuramente ben diretto, recitato, la fotografia, la colonna sonora, le scenografie sono tutte una fatta meglio dell'altra, mi soffermerei righe e righe a parlarne di ognuna. Quindi cercherò di essere il più breve possibile nel dire che cosa c'è di buono in questa pellicola, anche se si starebbe prima a dire cosa non c'è di buono, basterebbe una parola: niente!

Il film si apre con una pièce teatrale tratta da Shakespeare "Giulio Cesare", i colori sono molto accesi, con la grande prevalenza del rosso, capiamo che è la scena in cui Bruto si suicida, la scena finale. E' come se nell'aria ci fosse un certo nazionalismo, la commedia dell'arte, l'impero romano, alcuni dei tanti aspetti nostrani che tutto il mondo ci invidia. La tragedia finisce e tutti applaudono agli attori che vediamo, terminato lo spettacolo, entrare in alcune celle. Parte un flashback in b/n che racconta cos'è successo dai sei mesi precedenti fino a oggi e comprendiamo che gli attori in realtà sono dei carcerati. Attori carcerati che ai provini fanno abbastanza schifo, si notano infatti gli errori che fanno di solito gli attori principianti, ma poi in scena rinascono, dando vita ad una storia che entrerà in modo profondo nelle loro vite, e l'esempio più vivo è sicuramente il caso di Bruto. Si parla di recitazione nel film, ma anche nella realtà CESARE DEVE MORIRE vanta di un cast eccellente composto da Salvatore Striano, Cosimo Rega, Giovanni Arcuri, Antonio Frasca, Juan Dario Bonetti,.. . Tiriamo un sospiro di sollievo, ci si sente più leggeri nel vedere come in Italia esistano ancora buoni attori, forse non tutto è perduto.

La parte in bianco è nero rappresenta il passato, quella a colori il presente. Cambia la fotografia ma cambia anche lo spettatore. Durante la prima volta che vediamo la scena finale dello spettacolo e il ritorno alle celle abbiamo un certo modo di proporci al film, c'è un distacco dalla loro condizione, poi, magicamente, prendiamo parte anche noi alla realizzazione della recita e nel finale del film, mentre rivediamo le stesse scene dell'inizio sentiamo che i nostri sentimenti nei loro confronti sono cambiati, il nostro modo di giudicare il personaggio ha subito un qualcosa, non è come negli altri film che è il personaggio a cambiare insieme alla storia, no, questa volta, mentre la proiezione avveniva, è lo spettatore ad essere cambiato.

Verso la fine del film un personaggio dice che è stata l'arte a cambiarlo, la sua vita dietro alle sbarre ha assunto un significato diverso da quando l'arte è entrata nella sua vita, e come dargli torto? In fondo l'arte è questo, una passione che libera l'uomo dall'essere afflitto dai mali capitatogli.

A questo film non si può rimanere indifferenti, dovrebbe essere compito di tutti noi andarlo a vedere al cinema, chi non ci va è proprio un ********, punto!