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CESARE DEVE MORIRE regia di Vittorio Taviani, Paolo Taviani

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pier91     9 / 10  15/03/2012 21:15:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
I versi universali di Shakespeare deformati dal lessico degli affetti, della terra natale, dell'intimità familiare. I fratelli Taviani celebrano l' Arte come invito all'osservazione di sé, alla riscoperta di un'emozione giovane, della fiducia ansiosa in un tutto ancora conquistabile. In particolare credo che il film rievochi quel momento della vita in cui il bisogno d'essere uomini liberi si avverte più urgentemente, quando le mura del proprio paese all'improvviso paiono soffocanti ed è più forte il desiderio d'evaderne. Ma è un sentimento smanioso destinato a scontrarsi con la vita, e con la nostra radicata inettitudine. Il carcere in fondo è metafora di questa connaturata fragilità, che pure va riconosciuta, accettata, quasi rispettata.
Si potrebbe affermare che "Cesare deve morire" sia un racconto di disillusione incompiuta. In un ambiente dove ogni azione è subordinata ad un severo controllo s'affaccia una speciale libertà, che è sostanzialmente la libertà di produrre un utile per se stessi prima ancora che per gli altri. In fondo creare, in qualsiasi forma espressiva, è prerogativa e necessità dell'uomo. Qualora non gli sia più concesso, la cella, o la casa, diventa una prigione.