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SUMMER OF SAM regia di Spike Lee

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kafka62     7½ / 10  10/02/2018 18:02:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dopo anni passati a lanciare messaggi e proclami piuttosto che a fare film, Spike Lee ha finalmente girato nel 1999 una pellicola da par suo, tesa, vibrante, nevrotica, grondante violenza e paranoia come il sudore che cola dai volti dei suoi personaggi. Un po' come nell'indimenticabile Fa' la cosa giusta, a cui Summer of Sam si avvicina nel parossistico crescendo di rabbia compressa e di tensione nervosa (a cui non è estraneo il caldo torrido dell'estate newyorkese), le quali ineluttabilmente sfociano in una violenza cieca e immotivata. Rispetto al suo capolavoro di dieci anni prima, l'unico appunto che si può muovere al regista è che il film indugia troppo a lungo tra Scorsese (l'ambientazione nella comunità italo-americana, con tanto di crocefissi, "bravi ragazzi" e gangster che parlano il dialetto siciliano), La febbre del sabato sera (le scene nelle discoteche, con il protagonista Vinny che ricorda il Tony Manero di Travolta) e il filone del serial killer (gli omicidi a ripetizione del "figlio di Sam"), prima di imboccare la strada giusta. Che non è quella del thriller (una falsa pista, che funziona da specchietto per le allodole) né quella della critica sociale (per fortuna non c'è traccia del Lee didascalico che parla di problemi razziali, se non nella scena dell'intervista alla comunità nera del Bronx), ma è quella di uno spettacolo intelligente, ottimamente dialogato, che nei suoi cambi di registro non lascia un attimo di respiro allo spettatore e in cui la storia viene meravigliosamente contrappuntata dal rock duro degli Who o dalla frenetica radiocronaca di un incontro di baseball. Se non si tratta di un film geniale, è comunque, per lunghi tratti, Spike Lee al suo meglio.