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DIAZ regia di Daniele Vicari

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Rand     9 / 10  18/04/2012 16:38:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Finalmente sono andato a vederlo, pensare che più di un decennio fà ero anch'io nelle strade di genova, a manifestare dopo l'omicio di Carlo Giuliani, assieme ad altre centinaia di migliaia di persone, per vedere i lacrimogeni sparati sulla folla inerme, il sevizio d'ordine improvvisato, che non è servito a niente, la paura di donne, vecchi e bambini che camminavano con le mani alzate, cercando di sfuggire alla coltre di lacrimogeni che avanzava, sono scappato anch'io, perchè di fronte alla violenza dello stato non c'è logica che tenga. Lo stato ha armi, mezzi e gli uomini per usare entrambi, la democrazia è solo un paravento, serve agitarla ogni tanto, perchè la massa pensa di vivere in uno stato democratico a tutti gli effetti. Sapevo che non era così, lo sempre saputo, ma ha Genova ho visto il vero volto dei "servitori" quello che traspare anche in Diaz. Gente armata di manganelli con cui far saltare denti, spaccare crani, rompere braccia, lacrimogeni per far star male, e le pistole e i fucili, in caso ci sia bisogno di fare il morto. Ecco questi dovrebbero essere esseri umani, ma probabilmente sono solo un involucro di qualcosa che era prima di arruolarsi, un essere umano. Ora sono solo disumani, sono perchè sono ancora lì, in sevizio, nel 7 celere, nei reparti della Polizia, in quelli dei carabinieri, gente il cui credo è la violenza, ma che per fare quello che hanno e che continuano a fare spesso devono "farsi" di qualcosa, qualsiansi cosa, coca, anfe. Perchè puoi essere disumano, ma se nel guscio c'è attaccato ancora una coscienza quelle cose le rivivi, le puoi seppellirle, ma riaffiorano, tranne a quelli che ormai sono un involucro vuoto, sostenuti da rabbia, odio, frustrazione. Vicari ha creato un film potente, che non dà tregua, ti prende a manganellate, ti fà anche piangere, poi ti fà rabbia e infine tristezza. Perchè nessuno ha pagato, i poliziotti, i dirigenti, i politici, sono tutti ai loro posti, convinti di averla fatta franca. Ma si sbagliano, perchè l'odio è contaggioso, forse questo non l'hanno capito dopo genova, anche se il 15 novembre dell'anno scorso il 7 celere ha avuto una sorpresa a Roma. Finalmente hanno incontrato i famosi Black block sbandierati in ogni dove 10 anni prima, solo che questo volta le valorose forze dell'ordine non hanno avuto a che fare con manifestanti indifesi. Ecco mi chiedo se abbiano capito il perchè delle pietre che gli hanno sfondato i caschi, delle molotov, delle biglie di ferro. Se tu massacri senza motivo chi dovresti proteggere scavi un solco, che crea la rabbia, il risentimento e l'odio, che fermenta e inevitabilmente cresce, e non è con la logica dei manganelli che risolvi il problema, perchè un giorno il conto ti verrà prensentato. Comunque sto divagando, ma è difficile parlare del film, perchè tutto quello che bisognava dire è stato già detto, le manganellate, le torture, le umiliazioni, mostrate senza un briciolo di autocompiacimento sono il più efficace atto di accusa che mostra una cosa: la ferita di Genova è ancora aperta, e fino a quando i colpevoli non verranno condannati e licenziati dal servizio lo stato dimostrerà di essere privo di etica e giustizia. Il film mostra i fatti, mostra anche i black block, che alla fin fine sono stati usati come pretesto per scatenare la macelleria in stile cileno che ha portato al ferimento più o meno grave di 93 persone. Plaudo a Daniele Vicari, che senza grandi nomi, tranne Elio Germano e Claudio Santamaria a fatto un film di grande impegno: sociale, politico, umano. Ha messo tutti sullo stesso piano e poi ha mostrato i fatti, senza liceità, a parte su personaggi come i ragazzi francesi Black Block, per mostrare chi potevano essere, e per far vedere caso raro nel cinema, che anche un teppistello smargiasso che fà il duro alla fin fine è un essere umano, r ha paura, come tutti.
Andate a vederlo, se non siete stati a Genova quei giorni, questo film vi mostrerà ciò che è stato, non distogliete lo sguardo, non pulite questo sangue, perchè tutto ciò può ancora accadere.
polbot  20/04/2012 12:52:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
http://www.vittorioagnoletto.it/2012/04/quello-che-il-film-diaz-non-dice/