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SEDOTTA E ABBANDONATA regia di Pietro Germi

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Goldust     8 / 10  14/11/2014 15:05:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dopo aver visto Divorzio all'italiana e Signore e Signori con questo film concludo la trilogia di Germi riguardante l'ipocrisia della provincia italiana. Lo reputo un gradino sotto rispetto agli episodi sopra citati, a causa di una fluidità di racconto che specialmente nell'ultima parte si fa un pò difficoltosa, ma è comunque la più feroce, caustica e cattiva tra le pellicole di "denuncia sociale" firmate dal regista, che diviene addirittura spietata quando scandaglia la condotta ipocrita di una comunità ( che va detto oggi non esiste quasi più ) che non esita a sacrificare la propria unione famigliare pur di riuscire a conservare una immacolata rispettabilità di facciata.
Il lavoro di Germi prosegue quindi nel solco di quelli precedenti, con la denuncia delle storture legislative, la forte connotazione religiosa e l'esaltazione di funzionari statali ( forze dell'ordine, magistrati ) coraggiosi ed indefessi, che sono perlopiù alle prese con povertà di mezzi ed ostiche se non disperate situazioni ambientali. Ma se il film mi resterà cristallizzato a lungo nella memoria sarà soprattutto per le figure del caricaturale Don Vincenzo Ascalone di Saro Urzì, grande come al solito nel cogliere tutte le sfumature possibili che il personaggio gli offre, e l'indifesa Agnese della Sandrelli, giovanissima ma già pericolosamente conturbante.