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LA CITTA' PERDUTA regia di Jean-Pierre Jeunet

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Invia una mail all'autore del commento Elly=)     9½ / 10  21/01/2012 13:45:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Il nulla è uguale all'infinito"

E' una frase che fa gelare il sangue: infinito e nulla sono già due termini filosoficamente parlando che fanno paura all'uomo, due concetti a cui non riesce a pensare e che scaccia per paura di cadere in un baratro da cui la sua anima non potrà più uscire. Un senso di angoscia, lo stesso che Jeunet fa trasparire da questo film. Un film davvero fatto bene, uno dei più grandi film del sottogenere steampunk dove la storia al primo acchito può sembrare superficialmente banale ma che contiene in profondità una forte denuncia alla società d'oggi inserita con estrema delicatezza. Non è una favola per bambini ne un film d'intrattenimento fantascientifico ma bensì una visione negativa del futuro (apocalittico) che sembra già presente, un presente buio caduto appunto in quel baratro oscuro dove la scelta di girare il tutto in steampunk con forti accenti drammatici, horror, fantascientifici, surreali non fa altro che enfatizzare il disagio del regista di fronte alla visione di un mondo in decadimento.

Ambientato in un'era non ben definita, a metà fra il medioevo, l'epoca vittoriana e un futuro nero, viene velata da un'accattivante cupezza generale che stronca lo spettatore e lo ipnotizza mentalmente facendolo catapultare in un mondo che affascina per un certo senso.
Gli ambienti loschi, i costumi trasandati, le scenografie fantascientifiche piene di dettagli, oggetti antichi che si contrappongono a nuovi marchingegni che seguono l'ingegneria meccanica andando a formare spesso apparecchiature che si fondono tra quelle tecnologiche e quelle analogiche in un unico oggetto, come l'occhio che è formato da un obiettivo grandangolare con soffietto nella parte fisica accompagnato da tecnologie anacronistiche per quanto riguarda "l'anima", enfatizzano l'atmosfera corrente andando a parare sulla metafora sottostante che grava sullo spettatore lasciandogli una situazione sociale su cui pensare.

Si parlava di Marcello e della sua "stramberia" ma tutti i personaggi sono uno più strano dell'altro, e le interpretazioni, sia dei più piccoli, sia dei più adulti, sono buone, complimenti a Pinon, Emiefork, Preyfus, ma è Perlman che eccelle su tutti con la sua magnifica pronuncia.
PRitornando a Marcello, che è sì un oggetto steampunk, ma soprattutto anche un personaggio che incarna tutta la grandiosità cinematografica, tecnica e artistica, di questo film.

Jeunet pone una grandissima attenzione in ogni minimo particolare e non può che eccedere nelle scelte artistiche. Vediamo l'uso del fisheye stesso e le distorsioni, gli effetti speciali, le sovrapposizioni, i flashback, le trasformazioni fantastiche nel sogno,.. Tutto ciò è enfatizzato e sottolineato dalla fotografia, una delle più belle mai fatte, non tanto per l'attenzione riposta ma per l'uso che ne fa il direttore della fotografia e il regista. Con luci dure, spesso laterali, un livello alzato di grigio con temperature sopra al normale, il forte contrasto che tende a tuffarsi in un'accentuata saturazione che si bilancia sull'utilizzo di toni caldi verdastri (tipici del sensore) e giallastri (tipici di un'alta saturazione), calcando l'atmosfera del film.
Insomma questo è uno di quei rari casi dove la fotografia parla da sola, una fotografia che sa raccontare la visione negativa e buia del regista che usa la cinematografia come mezzo di denuncia a livello metaforico e soprattutto riuscendo ad accostare un contenuto davvero pieno di tecniche cinematografiche, artistiche e stilistiche.

Jeunet è uno dei più grandi registi francesi, e non solo, di oggi e degli ultimi vent'anni e con film come questi (DELICATTESSEN, IL FAVOLOSO MONDO DI AMELIE, L'ESPLOSIVO PIANO DI BAZIL,..) sembra riprendere l'onda geniale di Melies. Infatti il film sì ricorda film come BAZIL dell'85, BLADE RUNNER, IL FANTASTICO MONDO DI OZ, ma guardandolo con attenzione esso ricorda soprattutto i film di Melies come IL VIAGGIO NELLA LUNA, VENTI MILA LEGHE SOTTO I MARI, VIAGGIO ATTRAVERSO L'IMPOSSIBILE,..Due registi che hanno messo il cuore nelle loro opere e che hanno fatto battere il nostro di cuore, regalandoci momenti indimenticabili, pieni di arte e pensieri, due registi che rimarranno nei secoli e che continueranno con le loro opere a farci sognare.