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L'ALDILA' - E TU VIVRAI NEL TERRORE regia di Lucio Fulci

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John Carpenter     8 / 10  20/06/2007 16:51:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
TRAMA:
New Orleans 1927: un gruppo di uomini si reca in barca in un albergo con il preciso intento di uccidere il pittore Zweick, considerato uno stregone. Zweick verrà crocefisso nella cantina dell’albergo, proprio di fianco a un misterioso simbolo impresso nel muro, e quindi ricoperto di calce viva. Sessant’anni dopo, un ex modella di nome Liza eredita l’albergo: decide così di restaurarlo e aprirlo, ma strani incidenti cominciano a colpire gli operai addetti al restauro. Nel frattempo Liza conosce Emily, una ragazza cieca, che la avverte del grosso pericolo che corre nel tentare di riaprire l’hotel e che le intima di andarsene. Liza inizialmente non crede alla ragazza, ma quando capisce l’enormità dell’errore che la sua testardaggine le ha fatto compiere è ormai troppo tardi: la porta dell’inferno, su cui il palazzo era costruito, si apre, i morti cominciano a invadere il mondo dei vivi e per nessuno non ci sarà più scampo.

Il regista romano Lucio Fulci, dopo aver diretto con successo alcune “perle” del cinema horror anni 70, come “Zombi 2” o “Paura nella città dei morti viventi” girò “L’Aldilà” un horror splatter a bassissimo costo, considerato un capolavoro ancora nei giorni nostri.
Già nel precedente film (Paura nella città dei morti viventi) potevamo notare alcuni ottimi spunti, ma il massimo culmine della filmografia “fulciana” è riposta in questo film, una vera e propria opera di altissimo valore, soprattutto negli anni ’80; un film capace di influenzare numerosi film horror, grazie all’atmosfera molto cupa e onirica e agli effetti splatter, quasi sempre presenti all’interno della pellicola, capaci di far svoltare lo sguardo anche allo spettatore dallo stomaco molto forte.
Il film comincia con una sequenza straordinaria: un enorme folla, presumeribilmente il popolo, si reca con armi e utensili nella dimora del pittore Zweick e lo crocifigge barbaramente nella cantina. Il pittore viene ucciso a colpi di catena, in una scena che ricorda moltissimo l’uccisione di Florinda Bolkan in “Non si sevizia un paperino”, massacrata perché sospettata dell’omicidio di 3 bambini. Già da questo breve prologo, notiamo subito di essere di fronte a una pellicola di alto livello qualitativo, e allo stesso tempo di alto livello di splatter: la scena, molto violenta e sadica, infatti, è stata girata con una fotografia in color seppia per sminuire l’effetto del sangue. Un caso, quindi, ma resta sempre maestoso.
Dopo un inizio assai folgorante, la vicenda si precipita subito in avanti di mezzo secolo circa; questa prima parte è tutt’altro che noiosa, Fulci ci presenta i personaggi, nonché i malcapitati, della vicenda: a cominciare da Liza interpretata da una bellissima e bravissima Katrina McColl, già protagonista del precendente film di Fulci: “Paura nella città dei morti viventi” e futura in “Quella villa accanto al cimitero” (in pratica con Fulci ha girato 3 film in un anno!), un po’ meno espansivo David Warbeck nei panni Dr. John McCabe, che con Liza cercherà a tutti i costi di porre fine alla terribile situazione, e una grandissima Sarah Keller (vero nome Cinzia Monreale) nei panni di Emily, una ragazza cieca dai mille segreti, che tenterà in più modi di allontanare Liza dal cupo albergo, ma invano.
Una pellicola molto visionaria, quindi, dove la trama e la sceneggiatura sono ridotti all’osso, ma dove la spettacolarizzazione degli omicidi, delle sequenze splatter e delle scene oniriche sono il pane quotidiano. Oltre al già citato primo omcidio, ci sono moltissime sequenze che resteranno impresse nella mente dello spettatore: ad iniziare dal mitico incontro tra Liza ed Emily sul ponte, passando per la scena in cui un giovane Michele Mirabella è mangiato dai ragni, e ancora la sequenza della bambina nell'obitorio inseguita dal liquido malefico, ma sicuramente il premio dovrebbe andare al finale: così apocalittico e cupo se ne vedono pochissimi in giro.
Ennesimo plauso, va alla colonna sonora di Fabio Frizzi, che forse ricorda un pò troppo le musiche di Profondo Rosso, ma resterà ben impressa per la sua quasi-perfetta abbinazione con le scene nello schermo.
Quindi consigliatissimo agli appassionati dell’horror anni ’80, dove oltre che alla suspence e al terrore claustrofobico, c’è anche uno splatter di alto livello (vari occhi cavati dalle orbite, putrescenze, sangue e frattaglie a profusione e chiodi sulla pelle), che sicuramente piacerà a quel tipo di spettatore.
Sicuramente un cult anni '80.

John.
Invia una mail all'autore del commento click  20/06/2007 18:11:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
il tuo commento dà molto l'idea di essere un riadattamento di recensioni lette qua e là su internet.. Magari l'hai fatto inconsciamente, ma se così fosse ti consiglio di leggere le recensioni dopo aver commentato il film, cosi magari ne esce qualcosa di meno tecnico e più spontaneo...
John Carpenter  21/06/2007 00:12:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
pensa a quello che vuoi, non sei il primo.
di copiato c'è solo la trama.