Febrisio 8½ / 10 12/03/2013 20:11:33 » Rispondi Il giovane regista tedesco Eubank segue le orme fotogeniche di un'Odissea nello spazio. Lontano dalla terra 20 miglia, un operazione in corso, poi accade qualcosa e da quel momento manca il contatto. Ma quanto terrà la navicella spaziale?
Questo è solo l'inizio di un film visionario, a cui lo spettatore riesce affezionarsi per il notevole fascino delle sequenze fotografiche. L'avventura mette l'astronauta in una condiziona umana claustrofobica difficile. Le inquadrature si concentrano sull'unico punto di riferimento osservato dalle più bizzarre angolazioni. Dagli oblò la terra rimane costantemente lontana, non quanto il desiderio di poterla rivedere e rivivere. Il contatto umano diventa indispensabile e materia principale del film.
Per chi si accontentasse delle parole finali, questo viaggio verso casa sembrerà banalizzato in una maniera sconcertante. Difatti pur riconoscendo che le sequenze, le parole portino con sè un significato, diventa difficile relazionarne alle immagini viste. Lo spettatore che avesse la fortuna di decriptare il messaggio durante la visione, contrariamente assisterà alla ricomposizione di un sentimento. Ogni immagine, e parola compie il dovere del regista.
Qui una chiave di lettura generale personale e discutibile, a cui consiglio la lettura solo a chi ha visto "Love", perchè togliersi l'ardua difficoltà di poterlo scoprire durante la visione, toglierebbe parecchia soddisfazione:
La navicella è lo stato mentale del soldato. È depresso. (o qualsiasi depresso) Qualcosa lo ha fatto deprimere. La guerra? il diario si interrompe sulla collina. Da lì è successo qualcosa. "La navicella perde il contatto". È una persona che per un motivo si è chiusa completamente in se stessa. Sembra che sia la base ad avere problemi per il rientro, ed invece si rivela la paura è quella di tornare, come nella sequenza in cui non slaccia il filo. Però ne ha il desiderio. Difatti aspetta sulla panchina che qualcuno passi a prenderlo. Desidera che qualcuno lo aiuti. Il modo come venga rappresentato è grandioso, in quanto rispecchia uno preciso del depresso. La necessità del contatto. La navicella (lo stato mentale) man mano diventa ingestibile e danneggiata. Non manicomio o robe simili. Un qualcosa che aliena in modo impressionante, e a cui il "ritorno sulla terra" diventa assai difficile. È quella stessa persona che smette i contatti sociali, vivendo in una routine quotidiana, e qui diventa ancora più alienante, senza che nessuno disturbi, ma soprattutto che nessuno sappia del suo disagio. A mio parere riesce ad uscire da questo stato grazie a un altra persona (altra voce narrante). Ad un certo punto accende i ricordi, una parte di cervello spenta in passato e piena di vita. Ricordi e personalità. Il vecchio come le tante sequenze delle interviste sembrano delle personalità. Il narratore che c'è in lui, il diario. La sequenza ad esempio di lui che apre la porta, è il momento di tanta attesa. È il momento di rientrare nel mondo, momento da superare. Da lì le sequenze sono concitate e spaventose. Quello che si pensava facesse male, contrariamente non fa accadere nulla, anzi! Si presenta l'universo che gira attorno all'astronauta. Come fosse la sua percezione di sentirsi al centro dell'attenzione. Con un tocco, un modo di pensare diverso, l'universo riprende il suo corso normale, e riesce addirittura a fermare una stella. Quì l'accenno al sorriso. Al potere di se stessi, di poter nuovamente comunicare. Love, un amore verso la vita, di pensare e apprezzare le cose piccole che accadono e che non lasciano scappare l'astronauta lontano dalla realtà... Comunque tante le sequenze a cui si possono aggiungere significati... La differenza di Odissea nello spazio, che non aveva un vero significato o gli si poteva dare il proprio, qui forse è eccessivo, il bagaglio è grande e univoco
Se vissuto seguendo il cammino invisibile descrive con la qualità di un piccolo compendio da psicoterapeuta gli stadi di un sentimento
L'astrazione lascia il posto al concreto, pur trattando un sentimento non facile. Certamente ha il difetto di eccedere nel criptaggio. Anche se sorprendentemente l'angolazione è quella immedesimazione dall'interno verso l'esterno. Dalla navicella alla terra, e non viceversa.
Il voto è il summo della meravigliosa estetica, al comparto sonoro di qualità, e a una visione forse troppo chiusa, ma nel contempo importante, originale e significativa.
Bathory 13/02/2015 00:45:40 » Rispondi magari non era il vero intento del regista, ma la tua chiave di lettura è geniale e molto "adatta" al film...complimenti.