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LO SPAVENTAPASSERI regia di Jerry Schatzberg

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JOKER1926     7½ / 10  09/11/2012 02:38:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Due attori importanti, Al Pacino e Gene Hackman, nel 1973, in un film di grossa intensità, di irriducibile passionalità e robustezza emotiva.
Dalla regia di Jerry Schatzberg capta forme di vita "Lo spaventapasseri".
La storia amalgamata dal regista strizza l'occhio a quello che è stato, e lo sarà sempre, il fatidico sogno americano in cui le persone, anche (o forse soprattutto) quelle più disperate fanno ricorso, costantemente.
Nel circuito de "Lo spaventapasseri" a calcare i campi del sogno una coppia di uomini, Lion e Max, uno è un viaggiatore povero, l'altro è un uomo con la testa calda, è stato in prigione. Nel frangente Al Pacino e un pimpante Gene Hackman renderanno il tutto davvero irresistibile; in linea di massima, però, Hackman migliore di Al Pacino.
Il film è un'esplosione di aneddoti particolari, alle volte bizzarri ma sempre efficaci, utili alla causa.
La narrazione impalcata attorno al prodotto degli anni settanta funziona alla grande, in questo film non mancherà il ritmo e il divertimento.
Concetto di divertimento, comunque, da prendere con le molle. Arrivati ad un determinato punto, "Lo spaventapasseri" si inonda di un grigiore di animo che porterà ad un finale concettualmente cruento e quanto mai vivo; epilogo di grande passionalità ove le immagini dipingono un qualcosa di tracotante; la scena del regalo "scordato" sull'auto ricalca, ancora una volta, la potenza dell'immagine, quella cinematografica, che surclassa definitivamente qualsiasi altra forma artistica di illustrare, raccontare le cose, gli eventi…
"Lo spaventapasseri" ha i connotati di una battaglia di epica urbana ove i personaggi sono su una scena pesante ed ingombrante e alle volte persino crudele e immeritevole.
La passione e la tenacia devono rigare insieme per cercare una vittoria.

Ulteriore analisi sulla strada di due personaggi diversi ma simili (Lion e Max)
Scriviamo prima Lion non solo per un fatto di ordine alfabetico bensì per un fatto simbolico; è proprio Lion il primo a presentarsi e cercare quel micidiale e sublime "contatto" con un suo simile diverso, passi il gioco di parole. I due uomini sono diversi, ma fino ad un certo punto. Max cerca il raggiungimento di un miraggio, ha le idee chiare. Un punto comune però non può non essere quello dell'emarginazione che li spinge a mangiare fango per tutto il tragitto, non solo fisico ma anche spirituale, dei due protagonisti della pellicola.
"Lo spaventapasseri" dona al mondo Cinema altre due immagini importanti, si tratta di un'altra grande storia di amicizia che, sotto specifici aspetti, richiama le dinamiche dell'indimenticato "Un uomo da marciapiede", lì con il munifico Stallone Jon Voight e Salvatore Enrico Rizzo (Hoffman) i ritmi e gli aloni erano addirittura più pesanti, puramente tragici.
Invece "Lo spaventapasseri" qualche via, qualche "scorciatoia" sembra lasciarla al duo e specialmente allo spettatore protagonista, in seconda battuta, di un disegno veramente intenso e gagliardo. Oltre la scena ironica si cela tutto altro. Lavoro della regia speciale che nel titolo nasconde tutta l'enfasi che permane nell'animo di Lion; quest'ultimo vive per sorridere, per far sorridere, mostrando la sua bontà, ahimè, mai degnamente ricompensata. Da cardiopalma le sequenze finali, in effetti son quelle che fanno la differenza come un qualsiasi grande calciatore, scusate l'allegoria, era il caso di farla stasera… (7)