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CRUISING regia di William Friedkin

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stratoZ     8 / 10  20/09/2023 12:36:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Friedkin è stato uno degli autori più innovativi e di conseguenza controversi che abbiamo avuto la fortuna di vedere in America, già dieci anni prima ci aveva regalato "Boys in the band" uno dei primi film a tematica omosessuale, lì dipingendo i personaggi quasi con spensieratezza, cosa opposta avviene invece su "Cruising", creando all'interno della pellicola una rappresentazione del mondo omosessuale molto simile all'inferno, per la quale scatenerà diverse polemiche.

Cruising nasce come un poliziesco ma si sviluppa e muore come un film antropologico e psicoanalizzante. L'incipit iniziale è molto da poliziesco classico, vi è un serial killer da scoprire e un agente sotto copertura si infiltrerà nel contesto in cui opera per riuscire a farlo venire fuori. Il contesto in cui opera però è parecchio particolare, e al cinema raramente era stato mostrato, almeno in questo modo. Da qui nasce uno dei punti di forza del film che è l'ambientazione, Friedkin ci regala un viaggio quasi in uno stato di incoscienza all'interno dei bassifondi della metropoli più oscura, i locali dove gli omosessuali sono costantemente riuniti a far festa ma soprattutto a cercare uno sfogo, i locali dove vengono a galla i più barbari istinti animaleschi. Le forti tonalità di blu e nero che si riuniscono in un'estetica ben poco pop ma caratterizzata da un marciume di fondo, sporcizia, umidità, vicoletti bagnati, strade e locali abbandonati a se stessi, i confronti con Taxi driver, almeno a livello di ambientazione, reggono benissimo, per non parlare delle scene all'interno dei locali in cui Friedkin coraggiosamente ci mostra le pratiche più estreme, fino ad arrivare ai veri e propri omicidi mostrati nudi e crudi per quel che sono.

Se ad un certo punto l'autore abbandona o comunque tralascia il plot prettamente poliziesco, allontanandosi dalle convenzioni dei tempi - anche ad opera di se stesso, pensiamo a French Connection - è per dare spazio ad una discesa nella psiche del protagonista, un Al Pacino in un ruolo inedito anche per lui, poliziotto plagiato da un'ambiente omofobo e perbenista come quello delle forze dell'ordine che vede questa missione come un sacrificio per arrivare ad una svolta nella sua carriera.
Questa però è una visione iniziale, infatti nel film avviene uno dei cambiamenti più profondi nella mente del protagonista, venendo al contatto col mondo estremo che inizialmente ripudia inizierà una progressiva, anche se non mostrata troppo esplicitamente, trasformazione, impersonificandosi sempre di più nella persona a cui ha dato la caccia.

Friedkin realizza un'opera molto controversa che mostra quanto il nostro essere attuale sia influenzato dalla società che ci circonda, dai dogmi e dalle convenzioni che ci schiacciano quotidianamente, lo fa nel modo più brutale possibile e ammettiamolo, anche un po' velatamente perché non è un film così esplicito - almeno nei significati - quanto sembra-

Chi vuole guardarsi un bel poliziesco rimarrà deluso come me la prima volta che lo vidi - potete optare per French connection o To live and to die il LA per restare sempre su William - dato che il plot può sembrare deludente e un po' poco approfondito, però, sotto il punto di vista antropologico "Cruising" è un'opera straordinaria.