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IMPOSTOR regia di Gary Fleder

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phemt     7 / 10  11/08/2008 11:05:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Phil Kindred Dick è oggi considerato uno dei più importanti e geniali scrittori di fantascienza del secolo appena passato… Uomo bizzarro e particolare convinto fautore della teoria dell’inesistenza del tempo, dedito alle droghe più svariate e paranoico fù sconosciuto ai più quando era in vita per essere poi clamorosamente (ed aggiungo giustamente) rivalutato dopo la morte tanto da assurgere a rango di Mito e ad essere idolatrato come nessun altro scrittore di fantascienza…

In un certo senso fù il cinema a dare un mano a Dick… Il punto di svolta fù infatti il Blade Runner di Scott, ispirato ad uno dei più interessanti romanzi Dickiani (Ma gli androidi sognano pecore elettriche?) che diede a Dick la visibilità che prima non aveva… Il grande successo del film di Scott convinse i produttori cinematografici a sfruttare sempre di più il talento del geniale Phil K. e allora nacquero diverse trasposizioni spesso poco fedeli allo scritto di partenza o poco convincenti…

Nel 1953 un allora molto giovane Dick sfornò Impostor uno dei suoi racconti brevi più geniali (e più Dickiani) in assoluto… Una decina di pagine e la più grande invenzione letteraria di Phil K. (in una delle ultime interviste ammise addirittura che fù una delle sue poche invenzioni narrative): la perdita di coscienza della propria precisa identità da parte di una persona in bilico tra la certezza di essere un uomo e la possibilità di essere un androide alieno…
Invenzione narrativa sfruttata negli anni fino all’inverosimile (lo stesso Scott ci costruì intorno il primo Alien)… E’ chiaro che nel 1953 questa fosse una genialata mentre nel 2002 quando è uscita questa trasposizione l’idea sembrava vecchia come il mondo ma ciò non toglie che il film ha il suo fascino…

Il succo della storia è lo stesso del racconto (ci si perde per strada solo il fatto che sia una parola specifica a far scoppiare la bomba), naturalmente lo svolgimento è abbastanza differente anche perché il racconto è fin troppo breve per poter tirarci fuori un lungometraggio… Il film è tutto incentrato sulla fuga e non è assolutamente scritto male, intriga ed intrattiene, ha ritmo e non annoia… Nel finale si cambia qualcosina rispetto al racconto ma fondamentalmente siamo lì…

Buona la scenografia, non sempre convincente la regia, molto bravo Vincent D’Onofrio (che continuo a domandarmi perché non sia riuscito definitivamente a sfondare), abbastanza bene anche Sinise…

Niente di impedibile ma come prodotto di fantascienza fa il suo dovere… Altra gente da Dick ha tirato fuori lavori ben peggiori, questo nel suo piccolo si fa guardare… Per appassionati!