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LA FUGA DI MARTHA regia di T. Sean Durkin

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7 / 10  03/07/2012 15:56:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Senso di colpa e vergogna inducono la giovane Martha a non rivelare nulla del suo recente passato.Accolta in una bella residenza sul lago dalla sorella Lucy e da suo cognato giustificherà i due anni trascorsi senza dare notizie in modo vago.In realtà è stata l'ennesima schiava di una specie di setta,nessuna religione o santoni da adorare,solo regole ferree e un'assoluta obbedienza all'indiscusso leader.Da comunità apparentemente pacifica e basata sul lavoro manuale a inferno lasciato emergere lentamente attraverso piccoli campanelli d'allarme sino a raggiungere palesi degenerazioni.Un evento in particolare convincerà Martha a fuggire ,suscitando disagi a non finire nel suo reinserimento alla vita.Questo reso splendidamente non soltanto dalla recitazione di Elizabeth Olsen (sorella talentuosa delle più famose Mary-Kate e Ashley) ma anche grazie ad una sceneggiatura misurata nell'azzerare le curiosità dello spettatore con intelligenza e senza forzature.Gesti,suoni e parole comuni rievocano alla ragazza indesiderati ricordi resi noti da flashback carichi di tensione latente, in cui eccelle un montaggio dove le sequenze si agganciano tra loro in modo assolutamente fantasioso.
Ne esce un ritratto psicologico sfasato,completamente annullato e in chiaro affanno nel tentativo di ritrovare equilibrio in un luogo comunque estraneo,considerati anche i rapporti poco affettuosi tra le sorelle.Viene raccontato il minimo indispensabile sia riguardo il passato di Martha che delle dinamiche comunitarie,questo incide su alcuni passaggi che restano troppo controllati e non riescono a far emergere tutta la drammaticità della situazione.
Il film però segna un buon debutto per T. Sean Durkin,a suo agio nel riportare le paure di una mente lacerata.