caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

LA FUGA DI MARTHA regia di T. Sean Durkin

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
dubitas     7½ / 10  06/09/2017 23:55:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La fuga di Martha è un film che parla del dolore e della sua incomunicabilità. Da subito nello sguardo della protagonista si nota l'amara condivisione di un segreto traumatico. Martha è uscita da una comunità di sostegno per drogati, dove ha cercato -invano- di trovare una stabilità psicologica, ma si è trovata a fare i conti con una realtà del tutto inaspettata. La fuga e l'arrivo a casa della sorella non miglioreranno le cose, perché i fantasmi del passato le continueranno a bussare alla porta. Il rapporto difficile con la sorella, che è anche espressione di un modo di vivere opposto - una donna ordinaria che cerca una realizzazione nel matrimonio e desidera un figlio - si aggiunge come nota dolente al bagaglio di ricordi incancellabili che Martha si porta con sé dopo l'esperienza nella comunità. Il risultato è una situazione di confusione mentale (all'inizio), che sfocia poi nella paranoia pura, un aspetto che è affrontato con un estrema lucidità e realismo, e che riesce a creare un grande coinvolgimento emotivo. La paura di Martha diventa anche paura dello spettatore. Si ha il sentore di un ''eterno ritorno'' : i ricordi, pesanti come macigni, sembrano prendere veramente corpo, e non soltanto come immagini oniriche, bensì come oggetti della realtà : una telefonata, rumori equivoci del tetto, una mano che si insinua fra le gambe. La fuga di Martha è esattamente l'opposto di quello che si direbbe un'avventura di formazione, anzi è un 'esperienza di deformazione e di divisione, che, a livello intrapsichico, si manifesta nell'alternanza fra una Martha sofferente e malinconica e una dominante, che è stata educata al cinismo e ad essere ''maestra e leader'', ruolo che non le si cuce, e che tuttavia ritorno con forza, con tutto il suo tragico orrore. E' un film spiazzante, che descrive l'universo della psicosi in modo affascinante, il cui unico difetto - forse - è la lentezza narrativa, che tuttavia risulta funzionale alla creazione di un clima di angoscia, in cui gradualmente lo spettatore si immerge, fino ad un finale che ricorda, per certi versi, la tragica conclusione di un film horror.