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ALBERT NOBBS regia di Rodrigo García

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atticus     7½ / 10  14/02/2012 00:31:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Cambiare pelle per cambiare vita. Radicalmente.
Il figlio di Gabriel Garcia Marquez dirige il sospiratissimo adattamento cinematografico di uno spettacolo che ha fatto crollare i teatri di Broadway; a monte c'è un romanzo di George Moore, ridotto per lo schermo da Istvàn Szabò (Mephisto, La diva Julia) e dalla stessa Close, anima e corpo di un personaggio con cui calca le scene sin dai primi '80. Dopo anni di progettazione, rinvii e problemi produttivi, finalmente arriva in sala la storia di questa androgina cenerentola triste e solitaria, immensamente tenera nel suo taciuto desiderio di vivere una quotidianità come tanti e nel conflitto interiore legato alla difficoltà di rendere concreta una diversità di genere che sembra immobilizzarla. La morbidezza stilistica di regia e scrittura a volte sembra impedire un affondo più aspro in una vicenda tutta giocata sul piano dell'ambiguità, così che la squisita delicatezza di tocco rischia di sfociare in un ipercorrettismo emotivo fin troppo di maniera. Azzeccata, invece, la stoccata contro un'epoca ed un contesto sociale meschini e discriminatori, non solo nei confronti delle donne. La storia è comunque di quelle forti che è difficile poi dimenticare, l'apparato scenico non lascia delusi e le interpretazioni degli attori rasentano la perfezione; svetta inevitabilmente l'immensa Glenn Close en travesti: i suoi incantevoli primi piani, con lo sguardo perso tra paura e illusione, sono pura magia (e speriamo che l'Oscar arrivi a premiare il suo straordinario talento).