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BEN HUR regia di William Wyler

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Invia una mail all'autore del commento Alan Wake     9 / 10  13/08/2013 14:59:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
In 220 minuti Ben Hur riesce a percorrere un lungo cammino di generi, andando dall'epico allo storico-sociale fino al drammatico, costruendo un capolavoro datato ma immortale.

Nonostante il film si basi su un'atmosfera epica e mastodontica, caratterizzatrice di questo genere, il film scorre su una sceneggiatura ottima e profonda in termini spirituali. L'unica pecca è forse lo "stampo d'epoca", riconoscibile dalla storia, dai dialoghi e dai personaggi che hanno delineato per un lungo periodo tale genere.

La trama ha bisogno di poco tempo per diventare avvincente ed interessante: Il giovane principe giudeo Giuda Ben Hur, per il bene del suo popolo, è costretto ad entrare in conflitto con Messala, suo vecchio amico e comandante delle legioni romane, entrando, così, in conflitto anche con Roma.
Messala, schiavo della sua avidità e della sua brama di potere, con l'inganno, costringe alla schiavitù Ben Hur, spedendolo alle galee, e rinchiudendo anche la sorella e la madre. Ben Hur giura pertanto vendetta al suo vecchio amico d'infanzia passata, ora divenuto la sua nemesi.
Le (dis)avventure di Ben Hur, che lo porteranno dalle galee al ritorno nei ranghi alti fino ad affrontare la sua vendetta, vengono accostante anche da una cruda, riassuntiva e drammatica rappresentazione di Roma nel primo secolo Dopo Cristo, una tirannia avida di potere e di denaro, malvagia e senza pietà, che ha inghiottito nelle sue fauci innumerevoli uomini, come lo stesso Messala.
A contrapporre Roma vi è la figura di Gesù Cristo, rappresentatore della misericordia, della speranza e dell'amore.
Con il male da una parte e il bene dall'altra, il film pone nel mezzo Ben Hur, prima condotto alla violenza dalla malvagità di Roma (non si vendicherà contro Messala per proteggere i suoi cari) e poi influenzato dalla pietà e che Gesù Cristo saprà dargli con un semplice gesto d'amore: a Ben Hur, in catene, assetato e pronto per essere spedito alle galee, tale sconosciuto, senza alcun motivo apparente, gli offrirà dell'acqua, apparendo come il biblico "buon samaritano".
Proprio come se fosse una parabola cristiana, questo amore creerà una vera e propria reazione a catena: Ben Hur salverà Arrio, console romano e comandante della sua galea, rammentando che anche lui ricevette aiuto da uno sconosciuto, e a sua volta Arrio sarà così riconoscente nei confronti del giovane da salvarlo dalla schiavitù ed adottarlo come figlio.
Ben Hur torna così a Roma chiedendo la libertà della sorella e della madre a Messala. Credendole prima morte, per poi scoprire che esse sono vive ma divorate lebbra, Ben Hur verrà così consumato dall'odio e dalla sete di vendetta che decide di affrontare Messala in una corsa con le bighe, cercando la sua sconfitta e sperando nella sua morte. E' proprio qui che il suo personaggio verrà paragonato a quello di Messala, il cui cuore è colmo d'odio e di collera, in una discussione con la sua amata Esther.
La parte finale è forse la più discutibile in quanto pomposa e di poco carattere. L'epicità che hanno voluto imporre, col miracolo della guarigione della sorella e della madre dopo la morte di Gesù, ha oscurato non poco il significato che quest'ultimo ha avuto nel film: la forza del bene, la dimostrazione della bontà di ogni uomo e l'importanza della scelta tra bene e male. Fondamentalmente l'unico scopo di questa parte finale della pellicola è quello di essere un finale lieto.

La durata, purtroppo, si fa inevitabilmente sempre più pesante man mano che si avvicina la fine del film, che però gode di una sceneggiatura ottima ed ampia, che appassiona ed intrattiene durante tutte le 3 ore e 40 minuti (circa).
La storia è strutturata come se fosse una parabola biblica, senza metafore ma con messaggi terreni ed umani di etica Cristiana, come: la scelta di ogni uomo tra il bene e il male (amore e odio, misericordia e crudeltà) e la potenza che essi esercitano su di noi e, consecutivamente, la potenza che noi possiamo esercitare sul nostro prossimo.
Il film è dunque in grado di emozionare, grazie anche a dei personaggi orientati in modo tale da avere un unico e determinato legame con lo spettatore, così come vuole la tradizione del genere epico (distinguibili l'eroe, l'anti-eroe, i prsonaggi buoni e quelli odiosi ecc...).
Il reparto tecnico è eccezionale (considerata anche l'epoca): la regia di Wyler è ottima, in grado di regalare un'estetica sublime al film e di creare scene epiche (come la gara con le bighe, diretta anche da Leone), grazie anche ad un'ottima fotografia e ad un montaggio eccezionale.
Le musiche sono molto belle, epiche e preponderanti (a volte anche troppo).
Fantastiche le scenografie, che danno al film un senso di mastodontico e di mitico (risultando a volte anche eccessive) e fantastici anche i costumi, vari e realistici, curati nei minimi particolari.
Esteticamente parlando, il film riesce a riprodurre alla perfezione il periodo storico trattato.
Ottimi gli attori, da Heston (Ben Hur), ad Hawkins (Arrio) fino a Boyd (Messala), quasi sempre convincenti. Reparto femminile con qualche pecca in più, ma comunque molto buono.

Complessivamente, questo kolossal è a tutti gli effetti un capolavoro epico e grandioso, legato forse troppo morbosamente a certi caratteri.
Ovviamente, da vedere.