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BEN HUR regia di William Wyler

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Dom Cobb     9 / 10  15/12/2018 00:00:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Al tempo della predicazione di Gesù, il principe giudeo Giuda Ben-Hur viene tradito dal suo amico d'infanzia, il tribuno romano Messala, e imprigionato con tutta la sua famiglia. Inizierà per lui un'epica odissea per reclamare la sua vendetta...
Il romanzo del generale sudista Lew Wallace è diventato in breve tempo uno dei più popolari del suo tempo, ma al giorno d'oggi la vicenda narrata deve la sua enorme popolarità presso il grande pubblico alle varie trasposizioni filmiche derivate da esso, al punto che viene da chiedersi quanti al giorno d'oggi sono al corrente dell'esistenza stessa del libro originario.
C'è una ragione precisa per cui, quando si parla di film epici, uno dei primi a venire in mente è questa versione definitiva del '59; c'è una ragione precisa per cui ancora oggi questo venga considerato non solo l'apice nel suo genere, ma anche l'apoteosi del cinema hollywoodiano dell'epoca d'oro, il capolavoro assoluto del regista Willliam Wyler e le interpretazioni degli attori principali le migliori nel loro rispettivo repertorio. Ed è che, a praticamente tutti i livelli, a prescindere dai gusti personali, qui si rasenta la perfezione assoluta.
Probabilmente nel mio giudizio, così come quello di molti altri, si mischierà anche un po' di sana nostalgia visto che si tratta della versione della storia con cui le generazioni degli ultimi sessant'anni sono cresciute, ma anche a volerlo analizzare con occhio critico, è bene o male impossibile trovare nel film un difetto particolare, grande o piccolo che sia. A ciascun elemento è automatico e inevitabile accostare dei superlativi, dalla straordinaria fotografia alle imponenti scenografie, passando per i dettagliatissimi costumi e per arrivare ad effetti speciali invisibili per quanto sono perfetti e scene d'azione da far scorrere l'adrenalina ancora oggi.


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Gli attori sono tutti in palla, Heston su tutti, qui meno teatrale e più contenuto rispetto ai "Dieci Comandamenti" di DeMille; ed è soprattutto merito loro se certe scene, soprattutto quelle romantiche, i cui dialoghi oggigiorno possono essere un tantino superati, risultano più facili da digerire. Loro e di un doppiaggio italiano fra i migliori sulla piazza. Ma a spiccare su tutto il resto è la mano sicura di William Wyler, uno dei registi più versatili di tutti i tempi, capace di passare senza alcuna difficoltà dal dramma di guerra alla commedia romantica, dai drammi in costume alla farsa vera e propria. Il suo stile e più terra terra rispetto a un DeMille o un LeRoy e si concentra maggiormente sui personaggi e sulle interpretazioni credibili degli attori, ma anche qui non rinuncia qua e là a dei tocchi di leggerezza che riescono con efficacia a infilarsi nell'aura perennemente solenne della vicenda senza spezzarla.


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Ad essere sinceri, per i miei gusti personali la durata appare un po' eccessiva e, soprattutto nel terzo atto, il ritmo e l'attenzione calano, visto che quello che era stato presentato come il conflitto principale viene risolto a più di un'ora dalla fine; e quel che rimane è un melodramma che, per quanto più efficace di altri, più volte sconfina in atmosfere da soap opera figlie di quel tempo. Ma lo spettacolo visivo e la regia solida riescono ad evitare per un pelo la noia totale, merito in parte anche del materiale narrativo a disposizione che non manca di provocare una certa soggezione,


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e il messaggio finale sull'importanza del perdono e dell'abbandono dell'odio risolleva in definitiva l'andamento della trama conferendogli un finale più che dignitoso. Inoltre, non si può parlare di questo film senza neppure menzionare il magnum opus di Miklos Ròsza, che qui sforna una delle più imponenti, meravigliose e poetiche colonne sonore mai composte. Le sue maestose sonorità, sempre presenti ma mai invasive o fastidiose, sono la ciliegina sulla torta che elevano ulteriormente una pellicola sul cui valore storico e culturale sono già stati versati fiumi di inchiostro.
Sebbene non si tratti del genere che mi è più congeniale, l'epica storia merita pienamente il posto che si è ascritta nella storia della filmografia mondiale; "Ben-Hur" rappresenta, senza mezzi termini, il suo punto più alto, un livello di qualità impossibile da raggiungere o replicare. Un pezzo di Cinema con la C maiuscola da godersi una volta ogni tanto, per ricordarci di cosa il genere del mero intrattenimento può essere capace se sviluppato al massimo delle sue potenzialità.