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SAFE HOUSE - NESSUNO E' AL SICURO regia di Daniel Espinosa

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Rand     8 / 10  05/03/2012 15:16:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Allora facciamo un pò di chiarezza, Safe House non è Jason Borne, è più realistico, come può essere realistico un film sulla Cia di cui non conosciamo (quasi) niente. Poteva dare l'effetto di già visto, invece.... difficilmente un regista esordiente( ma solo in America) poteva fare di meglio. I precedenti lavori di Espinoza non li ho visti, probabilmente avrò modo di farlo col tempo, comunque. Il ragazzo ci sà fare, poche lungaggini e retorica zero, questo mi piace. Poi uno svedese di origine messicana(penso) non si fà initimidire dal compito e realizza un ottimo film d'azione. Inoltre per una sceneggiatura della Black List, ovvero la lista delle migliori sceneggiature di film non realizzati, ma lasciate a decantare per trovare il regista all'altezza non è sempre facile la realizzazione. Anche perchè lo script di David Gughenaim è un assolo che comportava dei rischi, azione, violenza e antipatriottismo! Roba non da poco per la retorica antiterrorismo. Invece il film convince nella duplice veste di coinvolgere e non essere troppo prevedibile, cosa non facile, fino ad ora solo la saga di Borne ci è riuscita, in parte. Comunque il film è letteramente trascinato da Denzel Washington, in parte come non mai, altro che eroe, una canaglia, spietato, inteligente, ma soprattutto disilluso sull'operato della Cia e del suo paese. Mentre Ryan Reynolds è l'esatto contrario, il pivello(non tanto) che vuole fare carriera, ma invece fà il portiere e il custode di una Safe House, che non è certo entusiasmante....
Comunque il film scorre via bene, senza forzature, tra sparatorie, inseguimenti in macchina, tradimenti, fughe, combattimenti a mani nude e un epilogo da antologia. Un cast di ottimo livello supporta i due protagonisti,Vera Formiga, donna integerrima e sospettosa, Brendan Gleeson invece protettivo e fiducioso nell operato del "ragazzo"Matt, che se porterà il "cattivo" Tobin Frost nelle mani dei "buoni" avrà un avanzamento di carriera, il trasferimento in europa, a Parigi, vicino alla sua ragazza, e poi chissà...
I dialoghi sono perfetti, Tobin il mentore, Matt che non sa se fidarsi o no.
"Alla fine menti centinaia di volte, diventa un abitudine, quasi non te ne accorgi."
"Non mi entrerai in testa!" "Sono già nella tua testa."
"Perchè non mi uccidi?" " Io uccido solo i professionisti."
Alla fine il ragazzo di bottega perderà la sua innocenza, se ne ha mai avuta una, e aprirà gli occhi, il viaggio iniziatico lo farà maturare e diventare consapevole di un unica verità. TUTTI MENTONO PER SOPRAVVIVERE AL SISTEMA....
Notevole la fotografia desaturata in alcune scene, buona colonna sonora, un film che non è solo intrattenimento e azione.
"Devo solo alzarmi in piedi..."