caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

...E ORA PARLIAMO DI KEVIN regia di Lynne Ramsay

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
amterme63     7 / 10  15/02/2013 22:59:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un film duro e drammatico. I temi sono tipici di questo inizio XXI secolo, segnato da crisi e pessimismo serpeggiante: la crisi della famiglia, l'incomunicabilità fra le persone, l'ossessione per le ancestralità e per le perversioni umane (l'eternamente irrisolto complesso di Edipo, il gusto morboso per il crimine e i serial killer come valvola di sfogo all'alienazione e dalla noia).
La novità di questo film è che non ci si concentra su di una figura estrema e anticonvenzionale, ma su di una figura tutto sommato modesta, scialba e convenzionale quale la madre di un giovane serial killer. Qui non si vuole spiegare perché e per come da un ragazzo sia potuto venire fuori un assassino così crudele (e questo è un limite del film, in quanto il personaggio di Kevin rimane sostanzialmente inesplicato, come se la sua cattiveria fosse un dato di fatto, un retaggio naturale), ma come umanamente reagisce una madre nel vedersi sfuggire di mano l'animo del figlio, finire tutto in tragedia, tutto distrutto, senza mai arrivare (lei stessa) a capire perché.
Il film si basa su di un montaggio alternato fra scene simboliche ed oniriche (quelle iniziali dove domina il colore rosso), scene di grigiore, vita triste, prostrazione e altre scene (che si riveleranno dei flashback) di normale (e difficile) vita familiare. Il filo narrativo è abbastanza consecutivo (i flashback seguono un ordine temporale) ma il punto di riferimento sono i sentimenti, non si raccontano fatti ma emozioni. Non sappiamo perché ma sappiamo come. Non conosciamo la causa ma proviamo sulla nostra pelle i tremendi effetti.
Certamente la figura della protagonista non ne esce bene: debole, convenzionale, non riesce a penetrare nell'animo di chi la circonda. Del resto questa debolezza la rende più umana, più imperfetta, più vicina a noi. Kevin invece è un essere come detto strano, incomprensibile e quindi incompreso. Possiamo solo congetturare cosa gli sia frullato in testa, ma non di più.
Un film quindi che lascia tanti interrogativi irrisolti, ma che colpisce, rimane impresso, penetra nell'animo. Il dolore, lo strazio della madre di Kevin sono espressi molto bene, molto brava l'attrice che lo interpreta.
Un'altra triste e coraggiosa storia di umanità in crisi.
amterme63  15/02/2013 23:10:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il voto giusto sarebbe 7 e 1/2