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LU CURAGGIO DE NU PUMPIERO NAPULITANO regia di Eduardo De Filippo

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elio91     8 / 10  08/04/2012 16:58:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Siamo (ovviamente) dalle parti della tradizione e dell'omaggio al vecchio teatro napoletano che in larga misura ha ispirato quello di Eduardo, in questo caso.

Nel 1974, dopo dieci anni di assenza dai teleschermi, il ritorno di De Filippo in tv avviene con un ciclo completamente diverso dai precedenti (e in parte dai successivi): quattro commedie rappresentate, tutte scritte dalla famiglia Scarpetta (tre del padre Eduardo, una di Vincenzo).
Un omaggio che Eduardo De Filippo fa al padre che sempre ha ringraziato e omaggiato per il suo lascito artistico fondamentale, più che per l'attitudine di padre amorevole in quanto assente sotto quell'aspetto: ricordiamo che per i De Filippo e Eduardo in particolare scoprire di essere figli di padre ignoto fu un trauma terribile che si porteranno dietro tutta la vita.

"Lu curaggio de nu pumpiero napulitano" è adattata dal figlio naturale e mai riconosciuto (secondo etichetta) De Filippo; fu una delle prime scritte da Scarpetta, un salto in avanti a suo tempo con la vecchia tradizione.
Al di là della comicità equivoca, semplice, solare che sempre ha caratterizzato il teatro scarpettiano, e al di là degli stessi temi ossessivi che ricorrono in continuazione come i falsi nobili e i "miserabili" aristocratici, si affaccia una nuova maschera e personaggio che sostituirà Pulcinella nell'immaginario collettivo del teatro napoletano: Felice Sciosciammocca. Qui abbozzato, non ancora giunto all'essere la maschera-non maschera ampiamente definita e caratterizzata successivamente, non è il protagonista della vicenda ma partecipa attivamente e regala momenti di ilarità tra i migliori.
Pulcinella, uno dei baluardi della commedia, si faccia caso: all'intreccio partecipa praticamente soltanto con una frase rivelatrice, ma il suo è un ruolo da macchietta che, grazie anche all'interpretazione perfetta di Tommaso Bianco nei suoi panni, predispone il pubblico ad una naturale simpatia verso di lui.
è un passaggio del testimone, questo, che Eduardo accenna solo lievemente nel suo caso: interpretando lui il ruolo del protagonista Andrea, "nobile" ciabattino con manie di grandezza, resta il fatto che non può essere una casualità che ad essere Sciosciammocca sia proprio Luca De Filippo.
Cosi come Antonio Petito, storico Pulcinella morto in scena (come Moliére) lasciò il passo a Scarpetta e alla sua variazione pulcinellesca Felice, Eduardo accenna a suo figlio come ha sempre fatto sin da quando, bambinetto con pochi denti e gracile, lo portò in scena proprio nel capolavoro di Scarpetta padre, "Miseria e Nobiltà", nel ruolo del bambino Peppeniello che tanti attori di fama ha battezzato al palcoscenico e sempre ad una carriera di tutto rispetto.

Infine, sotto il profilo estetico c'è una variazione di non poco conto nella messinscena televisiva: se nei cicli precedenti vi era quasi un attitudine realistica e da "fiction", i fondali da questo ciclo in poi e nei successivi sono palesemente finti e teatrali, non ricercano più la ricreazione di un luogo realistico ma di un teatro. E gli spettatori in miniatura che applaudono e ci vengono mostrato in una riproduzione del teatro siamo noi da casa, in un supremo gioco di finzione e rimandi.
Gli stessi trucchi esagerati, i costumi coloratissimi e sgargianti fanno parte dell'omaggio ad un innovatore del teatro quale fu Scarpetta per Eduardo anche sotto questo aspetto.

Come ultimo ed importante accenno, vale la pena ricordare che la commedia è in ogni caso stata completamente riscritta da Eduardo De Filippo linguisticamente e strutturalmente, laddove all'epoca tanto era affidato all'improvvisazione di attori e capocomico poi sono state aggiunte scene.