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GENTE COMUNE regia di Robert Redford

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Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki     7½ / 10  20/04/2014 15:42:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
C'è poco da fare, l'esordio resta il miglior Redford, la sua regia incurata, rammenta il realismo cassavetesiano anche a causa del tema le cui sfumature erano già state perlustrate con lode da Cassavetes 6 anni prima in 'Una Moglie', qui l'argomento è ritratto con più convenzionalità, Cassavetes prolungò alcune sequenze facendo saltuariamente uso del montaggio (sopratutto scandagliando i visi con efficacissimi primi piani), strabordando in pellicola, sempre per ricercare il realismo quotidiano, cosa a cui aspira anche Redford, attingendo dalla sua formazione naturalista per riscoprirsi sensibile ed umano nel dirigere un cast sugli scudi, e Sutherland padre dimostra ancora una volta quanto è stato sottovalutato nella sua carriera, Mary Tyler Moore è sin troppo comunicativa con gli sguardi a palesare l'insofferenza nel relazionarsi col figlio, l'incomunicabilità è bilaterale, il figlio è corroso dai sensi di colpa, e trilaterale considerando il mal sopportato calore dell'affettuoso padre, governato dalla sua innocenza d'animo non coglie sotto il naso una frustrante convivenza famigliare. Il simbolo della famiglia borghese tutto lustro e fiorellini è smembrata dalla sequenza delle foto di famiglia, una madre che nasconde il marciume sotto il tappetto, sorvolando il problema, tanto per restare sul confronto con Cassavetes viene spontaneo l'accostamento a 'Volti' medesimo intento di demistificazione della famiglia media americana, che si tiene in piedi su conversazioni monotone e reiterate per sfuggire al confronto di una crisi che alberga da tempo.