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LA CROCE DI FERRO regia di Sam Peckinpah

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Invia una mail all'autore del commento anthonyf     8 / 10  23/08/2011 12:36:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"La Croce di Ferro" di Sam Peckinpah è un film che lascia molto perplessi, con una strana sensazione d'amaro in bocca, tuttavia ben diretto da un grande regista, che riesce a ritagliarsi un buon ruolo anche nel cinema di guerra.

Il cast della pellicola non è molto celebre, se tralasciamo i principali tre attori: J. Coburn, M. Schell e J. Mason; ad ogni modo, primo fra tutti, Coburn regala un'ottima performance, intensa e sentita... quella del caporale Rolf Steiner, un soldato tedesco, stanco e disilluso, che non crede più in niente e che non ha altro scopo che concludere la sua carriera sotto le armi; il secondo, Schell, interpreta magistralmente il ruolo di un villain nazista, il capitano Stransky, viscido e presuntuoso; e il terzo, Mason, leggermente assente, recita in modo convincente, incarnando il ruolo del colonnello Brandt, capo-plotone.

La regia di Peckinpah da senza dubbio una forte spinta verso la buona riuscita del film, specialmente nelle sequenze d'azione a rallentatore.

La colonna sonora non è malvagia e trascina anch'essa nelle poche volte in cui si sente; e la sceneggiatura, seppur lenta e a tratti contenente diversi discutibili cliché (vedasi la scena della vasca con la soldatessa russa), riesce a scorrere grazie al regista, agli attori e al montaggio eccellente.

Nel suo genere, particolare ma appassionante e, soprattutto, da vedere comunque.
Invia una mail all'autore del commento anthonyf  17/03/2012 19:44:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il mio commento rispecchia molto bene l'opinione che ne ho del film, ma mi sento di dare alla pellicola un 6.5 e non un 8 perché rivedendola, ho riscontrato sempre la solita pesantezza nella narrazione e perché non mi ha entusiasmato molto. Troppa carne al fuoco, poca sostanza a parte l'antimilitarismo, trattato molto meglio da registi come Kubrick nel suo "Orizzonti di Gloria" e soprattutto troppa troppa violenza, che, essendo Peckinpah uno specialista, viene rappresentata nel massimo realismo.