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MILLENNIUM - UOMINI CHE ODIANO LE DONNE regia di David Fincher

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Rand     8 / 10  13/02/2012 21:38:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Certo le differenze con l'originale svedese sono fondamentalmente parte delle ambientazioni in Svezia, gli attori e il modo di rappresentare la storia. ora in genere il remake di un ottimo film svedese sembra controsenso , ma ha i suoi perchè. La dove gli scandinavi contavano su attori svedesi pressochè sconosciuti da noi la sony ha dato carta bianca a David Fincher che ormai sembra uscito dall'impasse di film come Panic Room ma soprattutto The Game. Daniel Craig è un credibile Blowquist, un giornalista non certo votato all'azione, ma onesto e coraggioso. Rooney Mara non fà rimpiangere Noomi Rapace, anzi sà paradossalmente dare un identità diversa al personaggio di Lisbet, cosa non scontata. La nomination all'oscar è meritata, anche se poi il personaggio secondo me poteva esprimere di più. Comunque c'è poi il resto di attori comprimari , tra cui spiccano Cristopher Plummer, goran Visnich e un irriconoscibile Max Von Sydow. Stellan Skargard poi ha un ruolo ambiguo ed inquietante.
"incredibile come nonostante si abbia paura di qualcuno si accetti il suo invito ad avvicinarsi per rispettare le convenzioni sociali di cui siamo prigionieri."
Questo è ciò che siamo, chi supera le convenzioni o meglio si nasconde in esse diventa un mostro difficilmente individuabile e perseguibile. Gli uomini che odiano le donne del film sono dei feticci che la nostra società erige a protezione del bigottismo e della sessuomania. Molto bella la colonna sonora di Reznor e atticus Ross, veramente azzeccata, un plauso in particolare alla canzone dei Led zeppelin interpretata da Karen O sulle immagini dei titoli di testa suggestivi ed inquietanti. Paesaggi innevati, case rannicchiate sulle colline, ponti solitari, nsomma un film fatto anche da atmosfere, che in parte ricordano seven e Zodiac. Un progetto certo non facile ma che in mano a fincher non si rivela un semplice remake.
Ingiustamente sottovalutato.